Non è solo College la Pipeline FIBS: la grande avventura americana di Mathieu
15/12/2023 4 Minuti di lettura

Non è solo College la Pipeline FIBS: la grande avventura americana di Mathieu

Dopo il Mondiale e l’Europeo U12 del 2022 in maglia azzurra, il giovanissimo esterno bollatese è volato in Louisiana per un’esperienza straordinaria alla Lake Castle School di Barry Butera.

Quando Barry Butera, papà di Blake, straordinario braccio destro di Mike Piazza al Classic, ha accettato l’invito a condividere la sua lunga esperienza di allenatore di baseball giovanile alla CON-X 2023, difficilmente poteva immaginare che, di lì a qualche mese, la squadra della Lake Castle School di Madisonville, vicino a New Orleans, di cui è head coach e preside, avrebbe annoverato fra le sue fila un giocatore azzurro.

L’amore di Barry per il nostro paese e per l’insegnamento del baseball ha invece creato immediatamente le condizioni affinché si potesse concretizzare questa opportunità, la prima, sperimentale, di un percorso che si spera possa strutturarsi ed espandersi presto.

La combinazione di sintonia con la famiglia, essenziale ovviamente per ragazzi di questa età, il rendimento nello studio e la collaborazione delle istituzioni scolastiche, la conoscenza già sufficiente della lingua inglese, spolverati di una grande passione per il gioco e per i valori che sa trasmettere nella formazione dei ragazzi hanno portato alla individuazione dell’azzurrino Mathieu Silva, classe 2010, giocatore del Bollate e del Rho, esterno dell’Italia alla Coppa del Mondo e all’Europeo U12 nel 2022.

Mathieu a fine agosto è quindi volato in Louisiana, accompagnato da papà Christian, ex giocatore e oggi tecnico di softball, per allenarsi e giocare nella formazione di categoria, proseguendo al contempo il suo cammino scolastico.

Il percorso di creazione di opportunità di crescita personale e tecnica collegato al sistema formativo americano, fortemente voluto dalla FIBS, si arricchisce così di un’esperienza che è sicuramente unica per le nostre discipline e non solo.

In attesa di raccogliere direttamente le impressioni del protagonista, abbiamo fatto qualche domanda a chi ha maggiormente reso possibile questa ‘prima volta.

A distanza di quasi tre mesi dall’arrivo, abbiamo chiesto a Barry Butera: quale è stata la prima reazione dei tuoi collaboratori all’idea di ospitare un ragazzo italiano nel programma sportivo della scuola?

“Tutti a Lake Castle erano estremamente eccitati di ospitare un ragazzo italiano! Non avevamo mai visto prima un ragazzo di un altro paese partecipare a nessuno dei nostri programmi sportivi. Pertanto, eravamo tutti molto entusiasti di accogliere Mathieu a braccia aperte e anche un po’ ansiosi di fare tutto il possibile per farlo sentire il benvenuto e supportarlo in ogni modo possibile.”

Barry, quali sono gli aspetti del programma sportivo che più possono influire sulla crescita di Mathieu e cosa invece lui può apportare ai ragazzi della Lake Castle?

“Credo che Mathieu non abbia avuto bisogno di molto tempo qui per rendersi conto che il baseball negli Stati Uniti può essere molto diverso da quello che un ragazzo di 13 anni potrebbe sperimentare in Italia.

I nostri giocatori di baseball di seconda e terza media iniziano gli allenamenti il 10 gennaio. Ci alleniamo cinque o sei volte a settimana finché non giochiamo la nostra prima partita a fine febbraio o all'inizio di marzo. I nostri allenamenti durano circa due ore e i giocatori vengono costantemente allenati in ogni aspetto del gioco, sia dal punto di vista fisico che mentale. L'attenzione ai dettagli è enfatizzata in tutto ciò che fanno.

I ragazzi si allenano o giocano cinque o sei giorni alla settimana fino all'inizio di maggio. Dopo una settimana di pausa riprendono il baseball cinque giorni a settimana fino a metà giugno.

Poi abbiamo di nuovo attività dall'inizio di ottobre fino alla metà di novembre, allenandoci su ogni fondamentale del gioco quattro o cinque volte a settimana.

Credo che Mathieu se ne andrà da qui con la consapevolezza che per diventare un buon giocatore lui, o qualsiasi ragazzo che voglia diventare davvero bravo, deve avere un desiderio appassionato e fortissimo di diventare il meglio che può essere e guardare sempre avanti: lavorare ogni giorno su ogni aspetto del gioco, oltre a lavorare sulla sua velocità e forza fisica.

Mathieu è già un giocatore molto migliore oggi rispetto a soli novanta giorni fa, quando è arrivato qui, e sa che deve continuare a lavorare duro per diventare un giocatore ancora migliore.

Ciò che Mathieu ha portato ai ragazzi del Lake Castle è stato enorme, e molto più grande del solo aspetto del baseball. I ragazzi qui al Lake Castle sono meravigliosi, ma ci hanno mostrato un lato che non avevamo mai visto prima dell’arrivo di Mathieu. Siamo rimasti stupiti da come hanno fatto di tutto per prendersi cura di Mathieu, per aiutarlo a fare nuove amicizie e abituarsi a ciò che facciamo qui in ogni modo possibile. È stata una cosa bellissima a cui assistere!”

Secondo te questo primo episodio può aprire la strada a un programma più allargato di scambio culturale strutturato?

Assolutamente. Questa esperienza potrebbe aprire la strada a futuri ragazzi italiani per frequentare Lake Castle. So che sia i ragazzi italiani che i nostri qui a Lake Castle continueranno a trarre enormi benefici da questo rapporto!”

Veniamo a papà Christian Silva: Se 'scelta' è una parola troppo definitiva per un giovanissimo, certamente di 'decisione importante' possiamo parlare, quale è stata la prima reazione di fronte alla proposta di fare vivere questa esperienza a Mathieu e quali valutazioni avete fatto in casa prima di accettare.

“La prima reazione è stata di gioia. Ho aspettato l’ora di cena per condividere la proposta con tutta la famiglia, che ha risposto con entusiasmo, si stava avverando il sogno di chi gioca a baseball, con l’opportunità di giocarlo in America. Non essendo mai stato assente per un periodo così lungo, avevamo l’incognita di quanto avremmo potuto sentire la distanza e l’assenza di Mathieu a casa, ma l’occasione per lui e il suo futuro, era troppo importante per non accettarla, così dal giorno dopo abbiamo iniziato a verificare, con la scuola nella quale Mathieu stava frequentando la seconda media, come potesse affrontare l’esame di terza media previsto per giugno 2024.”

L'amore per i diamanti di terra rossa è ben radicato in famiglia. Quanto ha influito la conoscenza del gioco, complessivamente?

“Più che la conoscenza del gioco, è quello che il gioco ci ha insegnato. Il baseball, essendo un gioco di squadra, ma nel quale si è coinvolti anche individualmente con grandi responsabilità, è formativo ed educativo, una ‘scuola’ che insegna valori e principi utili ad affrontare qualsiasi contesto nel quale siamo chiamati a vivere e a muoverci. Pensare che Mathieu, oltre a giocare negli Stati Uniti, potesse anche vivere e studiare in un contesto del tutto nuovo, eravamo certi sarebbe stata una sfida da affrontare.”

Come sono andate le prime settimane, viste dalla parte di papà e mamma?

“Abbiamo scelto di accompagnarlo per restare con lui per una settimana e conoscere gli americani che lo avrebbero ospitato. È stato quindi più agevole, tornato a casa, raccontare alla famiglia da chi sarebbe stato accolto a casa, insegnanti e compagni di scuola con cui avrebbe trascorso i mesi successivi. Nonostante il fuso orario, il telefono è stato uno strumento utile per aggiornarci costantemente consentendoci, se pur a distanza, di partecipare ai suoi impegni quotidiani scolastici e sportivi.”

Quale messaggio ti senti di dare ai genitori che si potranno trovare in futuro di fronte alla stessa proposta?

“Un messaggio di fiducia nei confronti di un figlio che tutti i genitori vorrebbero vedere felicemente al sicuro. Essere così lontani, senza poter prontamente intervenire in caso di bisogno destabilizza e fa sentire impotenti, ma le condizioni meno facili che il figlio si trova ad affrontare, sono sicuramente formative e lo aiutano ad acquisire l’autonomia e l’autostima che gli serviranno per il futuro. Attenzione però: la famiglia deve essere attenta alla preparazione scolastica, che non deve essere persa di vista dovendo colmare le differenze fra il programma scolastico italiano e quello americano. L’augurio è che tante altre famiglie possano ricevere dalla Federazione la stessa opportunità, con un ringraziamento particolare a Gianmarco Faraone della FIBS, a Barry Butera e a Manny Estrada, la cui famiglia ospita il nostro Mathieu, senza i quali questa esperienza non sarebbe stata possibile.”

Nella foto: Mathieu insieme ai nuovi compagni della Lake Castle

Marco Landi