La FIBS ricorda l'addio al baseball di Lou Gehrig
04/07/2009 2 Minuti di lettura

La FIBS ricorda l'addio al baseball di Lou Gehrig

Settant'anni fa, il 4 luglio 1939, dava l'addio al baseball Lou Gehrig, uno dei più grandi campioni di sempre, costretto a ritirarsi per l'insorgere di una terribile malattia, la sclerosi laterale amiotrofica, che adesso viene anche conosciuta come "Morbo di Lou Gehrig",  prendendo il nome  dal primo paziente che presentò questa patologia

Settant'anni fa, il 4 luglio 1939, dava l'addio al baseball Lou Gehrig, uno dei più grandi campioni di sempre, costretto a ritirarsi per l'insorgere di una terribile malattia, la sclerosi laterale amiotrofica, che adesso viene anche conosciuta come "Morbo di Lou Gehrig",  prendendo il nome  dal primo paziente che presentò questa patologia. Prima della sua ultima partita Gehrig pronunciò un discorso, poi diventato storia, nel quale si definì "L'uomo più fortunato sulla faccia della terra". Sabato, per ricordare quel. giorno e per mostrare la sua vicinanza a quanti sono stati colpiti dalla Sla, il presidente della Federazione Italiana Baseball Softball, Riccardo Fraccari,  ha deciso di dare un piccolo contributo per la sensibilizzazione della popolazione alla malattia degenerativa, inserendo nel cerimoniale che precede le gare serali alcuni brani del discorso pronunciato da Lou Gehrig, che morì il 2 giugno 1941.

IL DISCORSO DI LOU GEHRIG

"Amici, nelle due ultime settimane sarete sicuramente venuti a conoscenza del difficile momento che sto attraversando, ma voglio dirvi che oggi mi sento l'uomo più fortunato della terra. Sono stato presente sul campo da baseball per diciassette anni e ho sempre ricevuto affetto e incoraggiamenti da voi che siete i miei fan. Guardate questi grandi uomini. Chi di voi non vorrebbe essere al punto culminante della propria carriera solo per paragonarsi a loro almeno un giorno nella vita? Certo che sono fortunato.

Chi non considererebbe un onore il fatto di aver conosciuto Jacob Ruppert? E anche Ed Barrow, la persona più importante nel baseball? O il fatto di aver trascorso sei indimenticabili anni con Miller Huggins, il mio grande amico? Oppure di aver trascorso i successivi nove anni con quel fantastico leader, brillante studente di psicologia e miglior manager che il baseball abbia mai avuto, Joe McCarthy? Certo che sono fortunato. Quando la squadra dei New York Giants, una squadra che per batterla daresti anche il tuo braccio destro, e viceversa, ti fa un regalo, questo è fantastico. Quando tutti fino agli addetti del campo o quei giovani vestiti di bianco si ricordano di te perché hai vinto tanti premi, questo è fantastico.

Quando avete una suocera meravigliosa che si schiera a vostro favore nei battibecchi con sua figlia, questo è fantastico. Quando vostro padre o vostra madre lavorano sodo per tutta la vita per darvi un'educazione o per far sì che voi possiate allenarvi in qualche sport, è una benedizione. Quando al vostro fianco avete una moglie forte che vi sostiene e che dimostra molto più coraggio di quello che abbiate mai potuto immaginarvi, è la cosa più bella che si possa desiderare. Quindi concludo dicendo che forse sto attraversando un brutto periodo, ma ho tantissimo per cui continuare a vivere".

Il mondo dello sport italiano è da tempo attivo nella lotta alla SLA, e in passato la Nazionale Italiana di Baseball ha già partecipato ad una campagna di sensibilizzazione.

Uno dei centri riferimento in Italia per la ricerca è la , il campione di calcio la cui vita è un esempio per chi non vuole arrendersi alla sfortuna.