La cerimonia di induzione alla Hall of Fame ha toccato il cuore dei presenti al Gala dei Diamanti
10/12/2009 1 Minuti di lettura

La cerimonia di induzione alla Hall of Fame ha toccato il cuore dei presenti al Gala dei Diamanti

Uno dei momenti più toccanti del Galà dei diamanti che si è svolto martedì 8 dicembre all'Auditorium Paganini di Parma è stato sicuramente l'induzione di sette nuovi addetti ai lavori nella Hall of Fame

Uno dei momenti più toccanti del Galà dei diamanti che si è svolto martedì 8 dicembre all'Auditorium Paganini di Parma è stato sicuramente l'induzione di sette nuovi addetti ai lavori nella Hall of Fame. La scelta della commissione composta da Roberto Buganè, Giuseppe Guilizzoni, Giorgio Gandolfi e Francesco Neto, è caduta quest'anno su sette personaggi amatissimi. Tanto per cominciare sono entrati nella storia del loro sport Nadia Barolo, una delle giocatrici di softball più forti, il cui premio è stato ritirato dal presidente del Bollate Tino Soldi, e Roberto Bianchi, l'ultimo italiano a conquistare la tripla corona. "Whity" ha caratterizzato gli anni Ottanta (nel 1983 un suo fuoricampo regalò l'Europeo all'Italia) e Novanta, flirtando anche con le leghe professionali americane, ma rimanendo alla fine in Italia.

Non meno luminosa la carriera (tra l'altro ancora da concludere) di Sante De Franceschi, uno degli arbitri che hanno diretto nel Mondiale di settembre. Da Nettuno arriva anche un classificatore entrato meritatamente nella Hall of Fame, Osvaldo Faraone, oggi ottantenne, che ha fatto la storia in questo settore. Ha un passato in nazionale come giocatore, il tecnico scelto da Bugané e soci. Si tratta del bolognese Franco Ludovisi, classe 1935, che continua a forgiare giovani con la passione di sempre. Il presidente Fraccari, sul palco insieme a Buganè, non ha potuto invece "incoronare",  il dirigente Mario Bretto, ex presidente del Torino negli anni Cinquanta, che ha inviato un messaggio, letto dai conduttori, per scusarsi dell'assenza e per ringraziare la commissione. L'ultima induzione è stata quella del giornalista Silvio Ottolenghi, scomparso senza eredi nel 1977 a 57 anni, un cantore delle gesta di Max Ott dalle colonne del quotidiano sportivo Tuttosport.

Una cerimonia semplice, quella voluta dalla Federazione, ma che è arrivata al cuore della platea per la fama ed il carisma dei premiati.