La FIBS, come è noto, è
vicina alla Associazione Italiana Sclerosi
Laterale Amiotrofica da molti anni e questo cammino congiunto, in tante
occasioni, si è espresso attraverso l’opera di Mario Mascitelli, giocatore,
tecnico di baseball, attore, regista, direttore del Teatro del Cerchio di Parma e
autore, che nella sua piéce L’Ultima Partita di Gehrig racconta la
vicenda sportiva, ma soprattutto umana, raggiungendo con l’efficacia della parola,
dei gesti e soprattutto dell’emozione chi si ferma ad ascoltarlo, incarnando quella
missione che la Federazione si è prefissa nel supportare AISLA, ovvero raccogliere
l’attenzione e toccare le menti e i cuori di chi non ha ancora la percezione di
cosa sia vivere e convivere con la SLA, che si tratti del malato o di coloro
che gli vogliono bene.
La SLA imprigiona la mente
in una macchina, quella del proprio corpo, che progressivamente non risponde
più ai comandi.
Lou/Mario dice, a un certo
punto, sul palco: “Il dottore mi ha detto che il mio corpo è come un grande
edificio nel quale il custode spegne, a una a una, tutte le luci, finché rimane
solo il buio.”
AISLA non si ferma mai
nella sua opera di sensibilizzazione e raccolta di fondi a supporto della
ricerca contro la malattia e delle famiglie che ne sono colpite e siamo certi
che anche il mondo del baseball/softball italiano continuerà a dare il suo
apporto.
Oggi, nel secondo Lou Gehrig Day, vogliamo condividere la figura del Cavallo di Ferro attraverso le parole di chi, così profondamente, sa indossarne la pelle per noi.
Marco Landi
The Iron Horse
Quand’ero
piccolo, mio papà mi portava in stazione a guardare i treni. Li adoravo. Vedere
quegli enormi giganti di ferro stridere sulle rotaie, fermarsi, ripartire,
correre come il vento su binari che non si incontrano mai.
Avrei
voluto nascere in un’altra epoca e in un’altra nazione per poter vedere un
altro “cavallo di ferro” come chiamavano il treno i nativi americani. Sto
parlando di Lou, Lou Gehrig.
Amo il
baseball da tutta una vita, ho giocato per tutta la mia giovinezza e poi sono
passato ad allenarlo. Al tempo stesso, ho iniziato la mia carriera come attore
e non potevo, a un certo punto della mia vita, non immaginare di mettere in
scena uno spettacolo che parlasse di baseball. Ecco allora, che è nato lo
spettacolo “L’ultima partita” che racconta la storia di Lou. Per me è stato un
modo per “incontrare” il grande personaggio della storia del baseball e di
rendergli omaggio. Dopo anni di repliche, Lou è sempre di più dentro di me.
Presto il mio corpo per dargli voce e movimento e per raccontare al mondo la
sua storia. A chiunque veda il mio spettacolo il messaggio è sempre lo stesso:
“Avrei voluto conoscerlo o almeno vederlo giocare”. Proprio come un bambino che
guarda i treni in stazione…
Mario Mascitelli
AISLA
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