Forti emozioni e tanta voglia di far bene: le parole degli arbitri esordienti in serie A1
09/07/2020 3 Minuti di lettura

Forti emozioni e tanta voglia di far bene: le parole degli arbitri esordienti in serie A1

Si è aperta ieri sera la stagione 2020 del baseball e del softball per le squadre seniores, dopo la gara inaugurale disputata sul terreno di Codogno, città simbolo della ripartenza anche per il mondo del baseball, dopo la crisi sanitaria degli scorsi mesi

Si è aperta ieri sera la stagione 2020 del baseball e del softball per le squadre seniores, dopo la gara inaugurale disputata sul terreno di Codogno, città simbolo della ripartenza anche per il mondo del baseball, dopo la crisi sanitaria degli scorsi mesi.

Serata dalle grandi emozioni, ancora però solo dentro al campo, nel pieno rispetto delle norme anti-Covid19. Si è giocato il primo turno di Serie A1 Baseball, e nel weekend inizierà anche la Serie A1 Softball e tutte le categorie a seguire. Settimana, quindi, ricca di occasioni di tornare a calpestare l’erba e la terra rossa, sia per i giocatori che per la classe arbitrale.

È stata infatti proprio ieri sera l’occasione di festeggiare per cinque esordi in massima serie. Su tutti e tre i campi interessati, infatti, sono scesi in campo arbitri che sono stati promossi e sono entrati a far parte della lista degli arbitri si serie A1. E la stessa cosa accadrà nei prossimi giorni: tutte le liste arbitrali sono state infatti aggiornate nel corso delle ultime settimane.

I primi ad esordire in serie A1 sono stati: Francesco Benvenuti, Michele Caringella, Sebastian Iacono, Luca Palazzotto e Luis Salazar. Due di loro avevano già vissuto la possibilità di scendere in campo in massima serie, in due occasioni diverse, ma tutti si sono guadagnati negli anni con il duro lavoro sul campo questo importante traguardo.

Zannoni - Benvenuti - SalazarFrancesco Benvenuti, arbitro romagnolo che grazie ad una serie di eventi ha calcato il campo di Serie A1 per la prima volta a metà della scorsa stagione sul campo di Godo, dovendo supplire ad un collega impossibilitato a scendere in campo. “Forse è stato proprio questo che mi è mancato: la sensazione della prima volta, che avevo vissuto l’anno scorso. Nonostante questo, tornare in campo è sempre un’emozione grande, e farlo assieme a colleghi che conosco e con cui ho lavorato negli anni scorsi in A2 lo è ancora di più. C’è tantissimo da imparare, a partire dalla meccanica e dalla ripresa degli automatismi che non si ha avuto modo di rispolverare se non in qualche amichevole nelle scorse settimane. Sono orgoglioso di essere arrivato qui, e nonostante le esperienze avute negli anni scorsi, so di avere ancora tante soddisfazioni da togliermi.

Il secondo ri-esordio lo ha vissuto Michele Caringella, arbitro bolognese di lungo corso, che arbitrò la prima gara di massima serie nella stagione 2012; è stato un ritorno “in casa”, vista la designazione per la partita giocata al Gianni Falchi, in terna con Costa e Bastianello. “È stato tutto molto strano, per me che spesso vengo allo stadio per guardare le partite, sentire la musica così ad alto volume e tutto molto silenzioso. Lo è stato ancor di più abituarsi a dover tener d’occhio anche i minimi dettagli per permettere il rispetto delle norme di sicurezza sanitaria, come il cambio delle palline o l’allontanamento di qualche giocatore che rischiava di creare un assembramento. Mi rendo però conto che sono dei gesti talmente normali, dei riti scaramantici e dei ritmi che fanno parte integrante di uno sport come il baseball. I giocatori sono i primi a rendersene conto, consci di quanto importante possa essere ricominciare a giocare e fare il massimo perché tutto torni alla normalità.Michele Caringella

Chi invece ha coronato il proprio esordio ufficiale ieri sera sono stati Luca Palazzotto e Sebastian Iacono, sul campo di Parma insieme a Radice, e infine Luis Salazar, impegnato a San Marino con Benvenuti e Zannoni.

Per Salazar è stato un ritorno in campo davvero particolare: “È stata una sensazione fortissima, non solo per la designazione in massima serie assieme a due colleghi che stimo molto, sia come colleghi che come amici, ma per un motivo che mi ha fatto davvero emozionare: venti anni fa, proprio a San Marino, esordivo come allenatore del Caserta Baseball in A1. Tornare qui per la prima volta dopo allora è stato davvero forte, immenso. Ma non posso fermarmi a questo, perché so di dover lavorare tantissimo perché questa meccanica a 3 diventi automatica e molto più «mia».

Palazzotto - Radice - IaconoDal campo di Parma arrivano testimonianze simili, che riguardano la difficoltà a prendere confidenza con una meccanica provata molto poco, se non nelle fasi finali del campionato di Serie A2 dell’anno scorso, e conosciuta bene ancora solo nella teoria. “Scendere in campo per dirigere Parma-Collecchio mi fa sentire a casa, anche se la mia città natale è Palermo”, scherza Palazzotto. “Non nascono però la forte emozione di poter essere in campo e non sugli spalti a guardare gli altri colleghi: arrivare a questo punto per me è segno di orgoglio e risultato di lavoro duro negli anni addietro. Ma non posso essere pienamente felice della mia performance, non in modo completo, e questo perché sono consapevole di quanto possa ancora apprendere. Quando impari una cosa nuova come una meccanica, tutto deve essere perfetto: il famoso elastico che tiene assieme gli arbitri nella meccanica a 3 e a 4 deve funzionare in modo automatico. C’è da lavorare molto per tornare ad essere sicuri del movimento da compiere anche senza doverci ragionare ogni volta, e potersi concentrare invece molto di più sulle giocate, con l’obiettivo di essere sicuri al 100% di quello che si fa in campo”. Iacono conferma il pensiero del collega, e aggiunge: “L’emozione è molto forte, la possibilità di arrivare fino a qui dopo tanti sacrifici (sia dentro che soprattutto fuori dal campo) è segno che l’impegno viene ricambiato. Sono orgoglioso di essere arrivato qui, e sono sicuro che darò, daremo il massimo.

Emozioni forti, ma soprattutto tanta autocritica. Segno che la voglia di imparare e di mettersi in gioco è tantissima, come il desiderio di tornare il prima possibile a rivedere gli stadi pieni di gente e il ritorno alla normalità. Ma per quello che è possibile fare ora, la classe arbitrale è più carica che mai.