06/10/2016 2 Minuti di lettura

E' un giorno triste: è morto Giulio De Paola

E' morto Giulio De Paola, storico Addetto Stampa del Grosseto degli scudetti 2004 e 2007 e, ancora di più, innamorato perso della squadra della sua città e del baseball più in generale

E' morto Giulio De Paola, storico Addetto Stampa del Grosseto degli scudetti 2004 e 2007 e, ancora di più, innamorato perso della squadra della sua città e del baseball più in generale. Aveva soltanto 38 anni. Ne avrebbe compiuti 39 il giorno di Natale.

Ho appreso la notizia per caso, aprendo il mio profilo Facebook mercoledì 5 ottobre, prima di andare a dormire. Un post recitava "Giulio De Paola è volato in Paradiso". Su due piedi, mi sono chiesto in che senso, poi ho collegato a un suo post del 27 settembre: "Trito ma vivo. Grazie davvero a tutti. Non so quando torno. Non pienatemi di messaggi. Fanno piacere ma so di essere debole. Scusate. Vi voglio bene. Un saluto a pugno chiuso".

La reazione è stata di incredulità, poi è subentrata la rabbia: con Giulio la vita è stata davvero troppo ingiusta.
Giulio era nato con la malformazione detta spina bifida, che colpisce uno su 8.000 neonati circa. Di fatto, si tratta di una malformazione del midollo spinale dovuto alla chiusura incompleta di una o più vertebre.
Ho conosciuto Giulio De Paola nel 2002 e deambulava a fatica. Da anni era costretto su una sedia a rotelle, dalla quale si alzava ogni tanto con sforzo titanico e grande coraggio. Attraverso Facebook informava dei suoi piccoli progressi.
Comunicare con lui rendeva le mie giornate migliori. Contrariamente a quello che spesso succede a chi nasce con la spina bifida, Giulio non aveva nessun problema a socializzare e la nascita dei social network (Facebook in particolare) gli aveva dato un'occasione per andare oltre, almeno attraverso una tastiera, i limiti di quel corpo così tristemente inadeguato alla sua energia e alla sua curiosità.
Apprendo che Giulio è arrivato alla fine a causa di una grave infezione ai reni. Era ricoverato in ospedale dai primi di agosto. Preso dalla post season della Italian Baseball League, non me ne ero reso conto.

Giulio De Paola era un vero giornalista. Non per il tesserino che ne testimoniava l'iscrizione all'elenco dei pubblicisti, ma per la sua attitudine a cercare la verità. Non a caso Fabio Lombardi scrive su : "...oramai era diventato una colonna portante del nostro progetto (...) in poco tempo con la sua bravura, la sua tenacia e il suo modo di essere ci aveva conquistato..."
Quando scrissi il libro Una vita sotto il segno del Leone, fu Giulio a procurarmi la foto dell'ultimo Bruno Beneck pubblico, ritratto assieme a Giorgio Castelli alla presentazione della stagione 2002. L'unica cosa che chiese in cambio fu una copia del libro autografata da me.

Rileggendo il suo ultimo post sorrido per quel "non pienatemi di messaggi". Un paio di "basi pienate" negli articoli scritti dai colleghi originari di Grosseto mi hanno mandato in escandescenze, qualche tempo fa. Ma sorrido perchè questa è una lezione: la vita dà già sufficienti motivi di tristezza, per non liquidare senza rabbia i problemi che restano risolvibili.
Dico addio a Giulio ricordando un verso di una delle sue canzoni preferite: My Generation degli Who. "I wanna die, before I get old...voglio morire, prima di diventare vecchio". La rileggo e provo un brivido.

I funerali di Giulio De Paola si terranno venerdì 7 ottobre alle 10.30 presso la Chiesa del Sacro Cuore di Grosseto.
A nome dell'Ufficio Comunicazione FIBS e, mi permetto, di tutti gli Addetti Stampa del mondo, porgo alla famiglia le più sincere e commosse condoglianze.

di Riccardo Schiroli