A New York i progetti comuni di Federazione, MLB e IABF
03/12/2021 3 Minuti di lettura

A New York i progetti comuni di Federazione, MLB e IABF

Due giorni di riunioni importanti per i vertici FIBS nella Grande Mela: al centro i percorsi di crescita per atleti e tecnici e i programmi per la crescita e la promozione di baseball e softball in Italia e a livello internazionale

È una città di New York determinata a riconquistarsi la vita per cui è riconosciuta in tutto il mondo, mentre cura le ferite ben rappresentate dalle tante vetrine chiuse definitivamente, quella che ha accolto la delegazione FIBS, guidata dal Presidente Andrea Marcon, per alcuni appuntamenti che segnano, anch’essi, il ritorno a una programmazione condivisa che guarda con fiducia a un futuro di sospirata normalità, a cominciare da questi primi giorni di dicembre.

Nella nuova, splendida sede sulla Sesta Strada, Jim Small e Chris Haydock hanno accolto la Federazione per proseguire, come programmato a Torino durante l’Europeo di settembre, il lavoro di aggiornamento sui progetti comuni con il settore internazionale della Major League Baseball.

Una riunione molto intensa, nel corso della quale sono stati trattati diversi punti finalizzati sia alla visibilità e alla crescita dell’attenzione sulle discipline del diamante a livello mondiale ed europeo per le quali il ‘brand’ Italia è fondamentale, sia allo sviluppo specifico, tecnico e organizzativo, nel nostro Paese.

“La ristrutturazione del calendario delle competizioni internazionali” ha segnalato il Presidente Marcon al termine dell’incontro “non può prescindere da una sinergia completa fra tutte le entità che le gestiscono: la MLB, la WBSC e le sue strutture continentali partecipano a un gruppo di lavoro comune che presenterà sempre più al mondo il baseball e il softball come un sistema. Gli eventi sono i nostri prodotti e come tali vanno resi attraenti per il pubblico, per i media e per i potenziali sponsor, senza sovrapposizioni e inspiegabili concorrenze interne. In questo modo si creano anche le condizioni perché gli atleti possano giocare e crescere in un ambiente che mette a disposizione tutte le opportunità in modo organico.”

In questo senso, le capacità organizzative e comunicative della Grande Lega potranno fungere da traino attraverso l’espansione delle attività sotto l’ombrello World Baseball Classic, destinate strategicamente a espandersi nei prossimi 10 anni ben oltre il ristretto periodo quadriennale che le ha caratterizzate fin qui, a cominciare dall’evidente attenzione alla ‘altra metà del cielo’: “da qualche tempo” ha confermato Marcon “si parla di World Softball Classic e l’inclusione di atlete negli eventi promozionali MLB già in programma sono la conferma di questo trend, assolutamente positivo anche in chiave programma olimpico. Alla riunione era con noi anche Mike Candrea, sempre più avvolto nel colore azzurro e non credo che l’Italia potesse dare un contributo migliore in questo senso.”

L’invio di tecnici per clinic dedicati agli atleti e ai coach, il supporto a eventi di sviluppo del talento, con apertura a livello continentale, ospitati nelle strutture italiane, ma anche la collaborazione in termini di marketing, sponsorizzazioni e gestione dei diritti audiovisivi fra le strutture dedicate di FIBS ed MLB sono altri dei temi discussi e dei percorsi aperti o riavviati dopo lo stop pandemico, in presenza anche di Dan Bonanno, rappresentante stoico della Major in Italia, ma anche da quest’anno membro effettivo dello staff di Mike Piazza.

“Sono fermamente convinto” ha sottolineato il Presidente FIBS “che la struttura dedicata ai rapporti internazionali della MLB, con Jim (SMALL, ndr) a capo, sia una delle migliori opportunità che il nostro movimento potesse desiderare per crescere.”

La trasferta newiorkese ha incluso la tradizionale cena di gala della Italian American Baseball Foundation, che ha visto come sempre riunirsi attorno alla puntuale organizzazione di Joe Quagliano una piccola folla di appassionati dal cuore diviso fra stelle e strisce e tricolore, ma certamente percorso da cuciture rosse. Mescolati fra di loro, tantissimi volti noti assaliti da telecamere e microfoni: da Frank Catalanotto a John Franco a Jason Grilli, da Mike Pagliarulo ad Aaron Boone; su tutti, i premiati dalla IABF del 2021: la Future Star Anthony Volpe, per molti il futuro Derek Jeter; coach Dom Scala, per i suoi 45 anni di baseball; l’Executive of the Year Mike Rizzo, Presidente e General Manager dei Washington Nationals, vincitori del primo titolo nel 2019 sotto la sua guida; il giornalista di Fox e MLB Network Tom Verducci e, dulcis in fundo, l’Ospite d’Onore, da quest’anno insignito del ‘Tommy Lasorda Award’, il prima base dei Baltimore Orioles Trey Mancini, introdotto da un video registrato per l’occasione dal manager azzurro Mike Piazza.

Trey ha raccontato come, a partire dalla centennale attività agricola di famiglia, si sia da sempre sentito italiano e come abbia desiderato da sempre vestire la casacca azzurra al Classic, occasione mancata nel 2017 per problemi di salute. Ed è proprio la sua lotta contro il cancro, la sua volontà di sconfiggerlo e il suo ritorno in campo nel 2021 contrassegnato da 21 fuoricampo e 77 RBI che lo hanno reso interprete perfetto dell’orgoglio e dello spirito che sempre hanno caratterizzato la vita di Tommy Lasorda. Per tutti i commossi convitati, che lo hanno avvolto in una lunga standing ovation, non ci sono molti dubbi su chi vestirà il numero 16 in azzurro, fra poco più di un anno.

Prima della celebrazione, Andrea Marcon, insieme alla Vice Presidente FIBS Roberta Soldi, a Mike Candrea e al coach azzurro Gianmarco Faraone si sono riuniti con il direttivo IABF rappresentato da Quagliano, dal suo Vice Carmine Gangone, dal Segretario Mark Cardillo, dal Tesoriere Joe DiMartino e da Dan Palumbo, decano degli scout dei Phillies e membro dello Scholarship Committe IABF per perfezionare il percorso congiunto per l’assegnazione delle borse di studio per atleti del baseball e del softball italiani che abbiano le caratteristiche e la volontà di crescere tecnicamente e studiare negli Stati Uniti. L’individuazione del talento, i criteri di assegnazione e l’assistenza lungo tutto il percorso formativo sono i punti nevralgici di un programma destinato a creare un’opportunità fondamentale per le aspirazioni e la vita di molti giovanissimi componenti del nostro movimento.

da New York, Marco Landi