Texas Rangers e Arizona Diamondbacks: una World Series inaspettata
26/10/2023 5 Minuti di lettura

Texas Rangers e Arizona Diamondbacks: una World Series inaspettata

Alla World Series due sorprendenti storie: entrambe hanno eliminato in sette gare le favorite di turno, Houston Astros e Philadelphia Phillies, ribaltando le aspettative generali. L’ultima serie del campionato MLB verrà trasmessa in diretta TV su Sky Sport Max a partire dalla notte tra venerdì e sabato 28 ottobre

L’ultima volta in cui entrambe le serie di Championship Series sono arrivate a gara sette è stato nel 2020, ma non è mai accaduto che entrambe le squadre in trasferta abbiano vinto le ultime due partite della serie. Per risalire all’ultima World Series che non ha visto la partecipazione di una tra Houston Astros e Los Angeles Dodgers bisogna tornare invece al 2016, quella della fine della maledizione di Billy Goat e del primo trionfo dei Chicago Cubs dopo 108 anni di digiuno.

Dopo dieci giorni di entusiasmante e spettacolare baseball, il campo ha decretato il proprio responso: a sfidarsi nella World Series 2023 saranno Texas Rangers e Arizona Diamondbacks.

Dopo aver già eliminato Tampa Bay Rays e Baltimore Orioles, i Texas Rangers hanno detronizzato gli Houston Astros nella gara sette del “derby” del Texas, vincendo con il risultato di 11-4 grazie ad una straordinaria prestazione di Adolis Garcia, poi incoronato MVP della ALCS con un ruolino di 10-28, 15 punti battuti a casa e 5 fuoricampo, tutti battuti nelle ultime quattro partite della serie. I Texas Rangers sono stati una bella storia in questa postseason e specialmente in stagione regolare, e adesso tornano alla World Series per la prima volta dopo il biennio 2010-2011 quando vennero sconfitti prima dai San Francisco Giants, poi dai Saint Louis Cardinals. La franchigia di Arlington, mai vincitrice delle World Series fin dal periodo in cui giocava a Washington e portava il nickname di Senators, può vantare al timone uno specialista di anelli: Bruce Bochy. Tornato ad allenare dopo tre anni di pensionamento ed una parentesi con la FFBS (Fédération Française de Baseball et Softball) in quanto manager della nazionale francese di baseball, il manager franco-statunitense si è mantenuto immacolato nelle gare sette: significa che nella sua carriera non ha mai perso l’ultimissima partita della serie. Oltre a tre World Series con i San Francisco Giants (2010, 2012, 2014), Bochy è diventato il terzo manager ad arrivare alle World Series con tre squadre diverse (Padres, Giants e Rangers) ma soltanto il primo a vincere le League Championship Series (nate nel 1969) con tre franchigie. Il Fall Classic che scatterà nella notte tra venerdì e sabato 28 ottobre sarà dunque il suo quinto in panchina e la sua occasione per pareggiare Joe Torre e Walter Alston, fermi a quattro anelli da manager, dietro soltanto a Connie Mack (5) ed a Casey Stengel e Joe McCarthy (7).

Il manager dei Texas Rangers può contare su una squadra in forma: oltre all’MVP della ALCS, l’attacco dei Rangers poggia sugli interni Corey Seager (16 fuoricampo in carriera ai play-off), Nathanael Lowe, Mitch Garver e sul ricevitore Jonah Heim, sempre pronti nel momento del bisogno, mentre il rookie Evan Carter è ormai garanzia di arrivi in base e Josh Jung è insuperabile nel cuscino di terza. Nathan Eovaldi (4-0) e Jordan Montgomery (3-0) sono i pilastri principali di una rotazione che ha ritrovato Max Scherzer (diventato in questa serie uno dei due giocatori capaci di giocare la postseason con cinque squadre diverse), seppur ancora lontano dai suoi standard, e Jon Gray pronti a mangiare riprese insieme a Dane Dunning, Martin Perez e Andrew Heaney. Il bullpen è mantenuto in bolla dal closer José Leclerc (due salvezze contro gli Astros ed un solo giro a vuoto, in gara cinque) e dall’affidabile setup-man Josh Sborz, mentre “The Cuban Missile” Aroldis Chapman è l’unico anello debole del reparto. I texani si presentano all’ultima serie della stagione forti di quattro successi esterni nella Championship Series. È accaduto una sola volta: nella World Series del 2019 vinta dai Washington Nationals proprio contro gli Houston Astros. Poche settimane più tardi sarebbe esploso lo scandalo dei segnali rubati che avrebbe travolto la franchigia di Houston obbligandola a rivoluzionare front office e guida tecnica, affidata al veterano e manager “vecchia scuola” Dusty Baker oggi in procinto di lasciare dopo quattro stagioni, tre titoli divisionali, due pennant ed una World Series.

Tra il 13 giugno e l’11 agosto nessuno avrebbe scommesso sulle possibilità degli Arizona Diamondbacks di centrare l’obiettivo postseason. In quel periodo i serpenti avevano vinto appena sedici di cinquanta partite, perso nove partite consecutive dal 1° agosto e, dopo essere scesi sotto la parità in classifica (.500) e scivolati addirittura al terzo posto divisionale dietro i San Francisco Giants, hanno perso terreno anche per quanto riguarda la corsa wild card, poi centrata a fine stagione da terza classificata nonostante quattro sconfitte consecutive. Oggi la squadra di Torey Lovullo è stata capace di strappare ai Philadelphia Phillies il titolo di campioni della National League conquistato lo scorso anno e lo hanno fatto proprio nel fortino dei Phillies, il rumorosissimo Citizens Bank Park, grazie a due vittorie esterne in gara sei e gara sette arrivate con i risultati di 5-1 e 4-2. Nelle due partite chiave decisivo è stato il monte di lancio. I partenti Merrill Kelly e Brandon Pfaadt hanno messo insieme nove riprese con 15 strikeout ed appena 3 punti subiti; il bullpen, con gli infaticabili Ryan Thompson, Andrew Saalfrank, Kevin Ginkel ed il closer Paul Sewald (sei salvezze in questa postseason), si sono occupati del resto, innalzando un muro invalicabile per le potenti mazze dei Philadelphia Phillies (24 fuoricampo battuti nella postseason 2023) che hanno prodotto appena quattro valide in nove riprese e guadagnato due basi su ball ma senza segnare punti. In queste ultime due partite i Diamondbacks hanno ritrovato l’elemento che maggiormente ha contraddistinto la loro stagione: la corsa sulle basi. Durante la stagione regolare gli Arizona Diamondbacks hanno saputo rubare meglio (166 basi rubate su 192 tentativi) e Corbin Carroll, il loro giocatore di punta e principale candidato al premio di miglior debuttante per la National League, ha chiuso la sua stagione al terzo posto per basi rubate (54) dietro soltanto Esteury Ruiz (67, primo nell’American League) e Ronald Acuña Jr (73). Nelle prime cinque partite, tuttavia, forse intimoriti dal ricevitore avversario Realmuto (24 colti rubando quest’anno), i Dbacks hanno rubato appena una base mentre Corbin Carroll, appena due valide battute ed una base su ball nelle prime cinque partite, non l’ha mai cercata nelle poche occasioni in cui è riuscito a salire in base. Sotto 3-2 nella serie, gli Arizona Diamondbacks hanno deciso di riprendere a giocare a modo loro e nelle due partite hanno totalizzato otto basi rubate, quattro per partita (in una gara 7 di play-off non succedeva dalla World Series del 1909 tra Pittsburgh Pirates e Detroit Tigers). Rivitalizzato anche Corbin Carroll, che ha risposto al 3-26 delle prime sei partite con una gara sette da tre valide, due basi rubate, due corse a casa e due punti battuti a casa risultando dunque determinante nell’impresa della sua squadra. Nessun giocatore ha battuto in questo modo in una gara sette di postseason MLB. I Diamondbacks hanno anche un altro eroe: Ketel Marte, trentenne seconda base dominicano capace di aggiudicarsi il premio MVP della serie battendo valido in tutte le dodici partite di questa postseason ed in tutte le ultime sedici da lui disputate in carriera. Soltanto Derek Jeter, Manny Ramirez e Hank Bauer hanno fatto meglio, battendo valido per diciassette partite consecutive. Marte è stato determinante in difesa e contro i Phillies ha battuto 12-31 con quattro doppi, un triplo e tre punti battuti a casa. Da un suo walk-off in gara tre (vinta 2-1) è partita la rimonta dei Dbacks, sconfitti nelle prime due gare a Philadelphia.

Nelle prime cinque partite i Phillies hanno battuto di più (40 valide contro 34) e segnato di più (27-12) grazie sostanzialmente ai giri di mazza di Bryce Harper, Kyle Schwarber, J. T. Realmuto, Trea Turner, Bryson Stott e Alec Bohm, sempre presenti e determinanti. Loro sei hanno battuto 39 delle 51 valide totalizzate in sette partite, producendo un totale di sette doppi, undici fuoricampo (cinque soltanto da parte di Schwarber) e ventiquattro dei trenta punti segnati dall’intera squadra di Rob Thomson. A parte Alec Bohm e Bryson Stott, gli unici due Phillies a produrre punti nella sconfitta di gara sette, tutti gli altri sono spariti nelle partite più importanti. Stride soprattutto la prestazione di Nick Castellanos che, da mattatore nella serie di wild card contro i Marlins e nella Division Series contro i Braves, non si è più visto dopo il fuoricampo contro Zac Gallen nel suo primo turno in battuta di gara uno, chiudendo il resto della serie con uno 0-23 e 11 strikeout.

Nella notte italiana tra giovedì e venerdì, ad Arlington, nel Texas, comincerà dunque una serie inedita. Sia Rangers che Diamondbacks hanno chiuso al secondo posto le rispettive division, eliminando tuttavia le vincitrici divisionali ai play-off. Se i Rangers si sono presi la rivincita sugli Astros proprio nella serie che consegna il titolo di lega, i Diamondbacks sono stati bravi a spazzare in tre partite i propri avversari nella serie divisionale. Per la terza volta dal 2002 ad oggi le due contendenti del Commissioner’s Trophy sono uscite dalla Wild Card. Nel 2002 il Fall Classic ha visto prevalere i Los Angeles Angels sui San Francisco Giants di Barry Bonds allenati da Dusty Baker; nel 2014 i San Francisco Giants di Bruce Bochy e di un leggendario Madison Bumgarner (ha iniziato il 2023 nei Dbacks ma è stato rilasciato dopo appena quattro partenze) riuscirono a prevalere sui Kansas City Royals. Bochy adesso può fare bis e poker ma non può permettersi di sottovalutare i Diamondbacks. Nessuno nutriva grandi aspettative su di loro durante la stagione regolare, ancor meno nelle per le partite di play-off contro Brewers, Dodgers e Phillies, eppure sono ancora in piedi e ora sognano di vincere la seconda World Series della loro giovane storia.

Luca Giangrande

Le partite della World Series MLB sono trasmesse in diretta TV sui canali di Sky Sport e in streaming sulla piattaforma NOW. Di seguito gli appuntamenti:

Sabato 28 ottobre ore 1.30 (primo lancio ore 2.03) gara uno Texas RangersArizona Diamondbacks in diretta su Sky Sport Uno e Sky Sport Max

Domenica 29 ottobre ore 2 (primo lancio ore 2.03) gara due Texas RangersArizona Diamondbacks in diretta su Sky Sport Uno e Sky Sport Max

Martedì 31 ottobre ore 1 (primo lancio ore 1.03) gara tre Arizona DiamondbacksTexas Rangers in diretta su Sky Sport Max

Mercoledì 1° novembre ore 1 (primo lancio ore 1.03) gara quattro Arizona DiamondbacksTexas Rangers in diretta su Sky Sport Max

*Giovedì 2 novembre ore 1 (primo lancio ore 1.03) gara cinque Arizona DiamondbacksTexas Rangers in diretta su Sky Sport Max

*Sabato 4 novembre ore 1 (primo lancio ore 1.03) gara sei Texas RangersArizona Diamondbacks in diretta su Sky Sport Max

*Domenica 5 novembre ore 1 ( primo lancio ore 1.03) gara sette Texas RangersArizona Diamondbacks in diretta su Sky Sport Max

*= se necessario

Foto: Uno swing di Adolis Garcia (Texas Rangers) in gara 7 della ALCS contro gli Houston Astros. Credit: MLB