Spera e Magnani. I migliori si raccontano
14/12/2015 4 Minuti di lettura

Spera e Magnani. I migliori si raccontano

Fanno parte dell’elite del nostro movimento arbitrale, e nella suggestiva cornice del Galà dei Diamanti del 6 dicembre scorso, hanno ricevuto il premio di miglior arbitro di, rispettivamente, ISL ed IBL

Fanno parte dell’elite del nostro movimento arbitrale, e nella suggestiva cornice del Galà dei Diamanti del 6 dicembre scorso, hanno ricevuto il premio di miglior arbitro di, rispettivamente, ISL ed IBL. Si tratta di Gianluca Magnani ed Alessandro Spera, ai quali abbiamo rivolto alcune domande, sul premio ma anche sulla stagione conclusa ormai da qualche mese.

Prima di iniziare con le domande vorremmo fare le più sentite congratulazioni ed in bocca al lupo a Gianluca Magnani e alla sua compagna Silvia per la nuova partita che dovranno dirigere insieme, una partita che si chiama Celeste, nata lo scorso 12 dicembre 2015.

Congratulazioni Gialuca!

Veniamo ora alle domande di Spera/Magnani.

Cosa ha significato per voi ottenere questo riconoscimento? 

“Sicuramente una bella soddisfazione soprattutto dopo il 2014, anno in cui ho avuto molti problemi extra baseball che mi hanno impedito di svolgere questa attività con la giusta costanza – racconta Spera -. I nomi che mi hanno preceduto danno ancora più valore a questo riconoscimento: per me è un vero onore”.

Una soddisfazione sicuramente – gli fa eco Magnani – ma come sempre anche un aggravio di responsabilità... Perchè se ti danno un premio, poi devi dimostrare di essertelo meritato. L'arbitro non vale mai per quello che 'ha fatto', ma per quello 'che fa' e 'che farà'”.

Ha una dedica particolare questo traguardo?

“Un premio del genere non è mai frutto dei meriti di un individuo – dice Magnani – ma soprattutto dell'ambiente che lo circonda. Ecco perchè questa volta vorrei dedicarlo alla mia compagna Silvia che mi sprona e sopporta le mie assenze per permettermi di andare in giro per i campi e anche a due persone che sono prima amici e poi colleghi, Gian Paolo Pelosi e Michele Soliani, che poi non sono altro che i miei compagni quasi ogni week end. Arbitrare bene lo fai non da solo, ma insieme ai tuoi colleghi che scendono in campo con te: siamo e rimaniamo una squadra”.

“Ho due dediche – dichiara Spera – una va alla persona che negli ultimi anni mi è stata molto vicina e che nelle difficoltà mi ha aiutato spronandomi ad ottenere sempre il massimo con toni anche critici sul mio operato. L’altra va a Marco Screti: ero felice che ci fosse lui con me sul palco del Galà dei Diamanti, anche se non ho ricevuto il premio dalle sue mani ma da quelle del presidente Zangheri che ormai era "in possesso" del palco, perché è la persona che più di tutti ho preso come esempio in campo per le sue capacità tecniche”. 

Quali sono stati i momenti più salienti della vostra stagione? Cosa ricorderai in modo particolare?

“La terza partita di finale in cui ero arbitro capo e tutto il round robin – ammette Spera – dove la pressione era diversa dalla regular season ed ogni partita era decisiva”. 

“Direi la gara per l'accesso alla finale dei Campionati Europei fra Olanda e Repubblica Ceca. Il massimo che potevo fare – dichiara con leggera amarezza Magnani – visto che l'Italia era già in finale. Designato come arbitro capo penso sia stata una delle gare più toste della mia carriera, iniziata alla mattina e terminata mille ore dopo a causa del maltempo, mantenere la concentrazione è stato tutt'altro che facile. Finita 1 a 0 per l'Olanda la ricordo come una delle gare più entusiasmanti a cui abbia avuto la fortuna di partecipare. In Italia di questa stagione mi rimarrà impressa la serie di finale fra Forlì e Bussolengo; le ultime tre gare a cui ho partecipato sono finite tutte e tre con lo scarto di un solo punto, una con una rimonta clamorosa e le altre due dominate dai lanciatori. Davvero un bello spot per il softball italiano. Mi ci sono davvero divertito, perché quando le gare sono “tirate” anche per noi la sfida diventa più entusiasmante".

Raccontaci un aneddoto che ti ha fatto sorridere in campo.

“Potrei raccontarne tanti di aneddoti degli ultimi anni – racconta Spera – ma ricordo in particolare un momento immortalato da Lauro Bassani dove io e il mio amico Fabrizio Fabrizi ridevamo di gusto durante una partita di round robin. Non ricordo il motivo e forse è meglio così”. 

“In campo sorrido poco – ammette Magnani – diciamo che lo faccio “dentro”. Quest'anno la cosa che mi ha strappato un sorriso è stato un colpo di fortuna: una chiamata, anche di una certa importanza, fatta senza vedere assolutamente nulla. Un po' per colpa mia, un po' per colpa di un difensore che all'improvviso mi è sbucato davanti. Era un rientro in prima su una presa al volo, l'unica cosa che potevo guardare era la faccia del suggeritore di prima, che sul gioco ha abbassato lo sguardo. Ho chiamato out e tutti se ne sono andati senza fiatare, ecco dentro lì un sorriso mi è scappato”.

Quali obbiettivi avete per il prossimo anno?

“L'obiettivo è sempre e solo uno ... fare bene. Poi se si riesce a lavorare su questo obiettivo fondamentale tutto il resto viene da solo. Nel 2016 – dice Magnani – oltre al campionato italiano di ISL ci saranno alcune competizioni internazionali di assoluto valore sia in Europa che nel mondo, primi fra tutti i Mondiali in Canada, dal punto di vista personale poter partecipare sarebbe un bel traguardo”.

“Vorrei riconfermarmi a questi livelli – dichiara Spera – e cercare di migliorare sempre più”.

Siamo in off-season. Quanto ti manca l'arbitraggio e gli aspetti ad esso connessi, e come consigli ai giovani colleghi di mantenersi in forma?

“La off-season non esiste – sentenzia Magnani – è chiaro che mi manca andare in campo, se ci fosse una partita domani la farei più che volentieri, ma è ora che si gettano le basi affinché la stagione sia buona. Adesso è l'ora dello studio, l'ora di risolvere i dubbi che sono rimasti dalla stagione, l'ora di mettere ai regolamenti e alle meccaniche e ricominciare tutto da capo, perché pensare di "ricordare" è l'errore più grande. Quella che andrò a iniziare nel 2016 sarà la mia trentesima stagione, e tutte le volte che riapro il regolamento scopro qualcosa di nuovo, quindi “chi si ferma è perduto”. La forma fisica è certo importante, perché senza quella manca la lucidità per fare buone chiamate, ma altrettanto importante è la forma "mentale", non stancarsi mai di voler conoscere e di imparare. E il modo migliore è confrontarsi, trovarsi con i colleghi e parlare di softball; diventa alla fine una attività divertente ma allo stesso tempo estremamente utile”.

Tanto – conclude Spera – mi manca l'attesa delle designazioni, l'adrenalina della partita, i momenti con i colleghi. Durante questi mesi è importante stare in movimento e mantenere una buona forma fisica,  io vado spesso a correre e ho la passione del tennis, mi aiuta molto. Appena possibile poi bisogna scendere in campo per le amichevoli che ci danno l'opportunità di arrivare il più possibile preparati ad inizio stagione”. 

 

Un grazie come sempre a Lauro Bassani () per le sue splendide foto.