In concomitanza con la Giornata internazionale dello sport per lo
sviluppo e la pace, lo scorso 6 aprile, si è svolta la giornata conclusiva del
Progetto Sport in carcere – Ritorno a casa base presso la Casa
Circondariale di Rebibbia colma di agonismo, sana competizione, ma sempre
grande rispetto delle regole e degli avversari.
Hanno tenuto a presenziare il Presidente federale Andrea Marcon, il Segretario Generale Giampiero Curti, la padrona di casa, Direttrice Rosella Santoro, il Comandante della Polizia penitenziaria di Rebibbia Alessia Forte e l’Ispettrice del Reparto G8 Cinzia Silvano.
Una menzione speciale va anche all’Ispettore del Reparto G11 Erminio Rossi che per impegni lavorativi non è potuto intervenire.
“Siete stati veicolatori di valori positivi, di valori sani, quali il rispetto delle regole, il rispetto degli altri, la creazione della squadra quindi dello spirito di gruppo che sono concetti e principi che fanno parte anche dell’attività di rieducazione del trattamento del detenuto – ha sottolineato nell’intervista post-evento la dottoressa Forte – quindi avete realizzato in maniera pratica e concreta dei valori estremamente positivi che sono stati recepiti bene dai gruppi dei detenuti che hanno partecipato.”
Il
Progetto, che doveva partire a febbraio 2020, come molte attività, è
stato sospeso a causa della pandemia, ma, credendo fermamente nell’iniziativa,
la FIBS lo ha presentato nuovamente alla fine del 2021, ricevendo il pieno
supporto della Direttrice del penitenziario e del Dipartimento dell’Amministrazione
Penitenziaria.
Il 1° dicembre 2021 è stato presentato ai 25 detenuti dei Reparti G8 e
G11 che hanno aderito dalla equipe federale formata da quattro tecnici: Fabio
Borselli, Andrea De Angelis, Andrea Stefanoni e Renato
Aprile e tre arbitri: Lorenzo Menicucci, Simone Minicucci e Fabrizio
Bordi, supportati dalla psicologa dello sport Sara Biondi.
“Piano piano, entrando in contatto e in rapporto con i partecipanti” racconta il Presidente del CNT Fabio Borselli, responsabile del progetto - tutto è stato estremamente produttivo, con un’ottima interazione. Ennesima dimostrazione come il baseball in tutte le sue forme sia uno sport di facile comprensione quando proposto nella maniera giusta.”
L’iniziativa è stata possibile con l’introduzione della nuova
disciplina Baseball5, che non prevede l’utilizzo della mazza, ma della sola
palla morbida che si mette in gioco con le mani, la versione ‘da strada’ del
gioco che, come ci ricordano gli slogan della WBSC , si sintetizza in “All you
need is a ball” e “#playeverywhere”.
Il programma ha previsto due lezioni di Baseball5 di un’ora e mezza
ciascuna a settimana per ciascun Reparto in un arco di tempo di 4 mesi concluso
dal mini-torneo dimostrativo del 6 aprile per il quale sono stati coinvolti gli
atleti della Roma Brewers Valerio Caminiti, Lorenzo Masi, Matteo
Nori e Fabrizio Stefanoni, supportati dai tecnici del progetto
Renato Aprile e Andrea Stefanoni.
In questo percorso non privo di emozioni forti, il campo tangibile,
quello tracciato con il nastro, e il suo significato concettuale di spazio
esperienziale ha ancora una volta restituito il suo insegnamento: i valori
veicolati dallo sport come il rispetto delle regole, degli avversari e lo spirito
di squadra sono stati sperimentati concretamente dai detenuti e possono così non
ritenersi mere parole.
Si è sempre pensato che questo intervento fosse una piccola goccia, ma anche
un invito al mondo sportivo e non solo: un modo per ricordare che i reclusi
torneranno un giorno a casa base, metafora anche della Società, ovvero di tutti
noi e come si integreranno nuovamente come persone potrà dipendere anche da ciascuno
di noi.
“Il bilancio è stato certamente positivo – ha concluso la Direttrice Rosella Santoro – anche perché questi sono momenti di integrazione tra la società esterna che entra all’interno dell’istituto e i nostri reclusi che la accolgono favorevolmente attraverso il progetto. Il successo di questa iniziativa mi fa credere in un proseguimento e sviluppo di questo programma.”
Emanuela Principato