La tragica scomparsa di Ernesto Wong
15/04/2024 3 Minuti di lettura

La tragica scomparsa di Ernesto Wong

Il ricordo del tecnico e anima del Settimo nelle parole dell’amico Elia Pagnoni.

Nell’esprimere ai ragazzi, alla signora Emanuela e agli amici le profonde condoglianze a nome del Consiglio Federale e di tutto il movimento, il Presidente FIBS Andrea Marcon ringrazia Elia Pagnoni per il commosso ricordo dell’amico Ernesto Wong.

Il Settimo BC ha organizzato una raccolta contributi su PayPal in favore della famiglia, reperibile a questo link.

La notizia che ci stordisce corre su whatsapp a metà mattina di un maledetto lunedì, che dovrebbe spalancare le finestre sulla stagione che sta per partire e invece ti ricaccia nel gelo più profondo.

Due righe, improvvise, per dire che ci ha lasciato Ernesto Wong, che non incroceremo più il suo sorriso timido, che abbiamo perso un amico che ci ha accompagnato per tante stagioni. Se n’è andato forse per troppa generosità, travolto da quel lavoro che dovrebbe nobilitare e invece si sta trasformando in una carneficina, una vera terza guerra mondiale. Anche Ernesto è finito vittima del lavoro a 50 anni, nel pieno della maturità di uomo, di tecnico, professionale e sportivo, di marito e di padre. E se n’è andato persino lontano da noi, nel mare al largo della Cina, dove stava lavorando su una nave posa-tubi e dove un tragico incidente lo ha stroncato. Quella Cina che era incredibilmente nel suo destino, visto che la famiglia paterna, inequivocabilmente, discendeva da quella terra, prima di coniugarsi con il ramo materno che portava il nome di Isasi, lontano parente di uno dei più grandi giocatori cubani, quel Felix, anche lui di Matanzas, stella degli anni Sessanta-Settanta.

L’avevamo sentito la settimana scorsa, Ernesto, per organizzare la partecipazione del Settimo Torinese al Trofeo Cameroni, e ci aveva detto che non poteva esserci perché il lavoro in Cina si stava prolungando, ma Wong, anche da così lontano, dava le direttive al suo club per la pianificazione dell’attività sportiva. Un pensiero fisso al baseball che era stato la sua grande passione fin da bambino, quando a Cuba si dava da fare con i manici di scopa, con l’obiettivo di arrivare in alto dove poi è arrivato, con quelle stagioni passate nella Liga Nacional con Matanzas, la squadra della sua provincia. Poi l’amore per Emanuela, il matrimonio e la possibilità di venire in Italia, a Settimo Torinese, dove comincia un’altra vita, dove diventa anche italiano, trova un lavoro e scopre che pure qui si gioca a baseball.

E allora la scintilla è l’incontro con Valter Aluffi nel 2003, l’anno in cui Ernesto arriva stabilmente in Piemonte. Dalla loro simbiosi prende la svolta il progetto Settimo, che decolla fino a quella che è oggi una bella realtà del nostro sport alle porte di Torino e che continuerà ad esserlo, anche se adesso i due ideatori purtroppo lo seguiranno da molto lontano. Wong si dedica alla crescita del vivaio, ma pensa di potersi divertire ancora in campo e allora riparte da Vercelli dove incrocia un vecchio amico dei tempi di Matanzas, Conrado Silva, quello che in tanti anni su tutti i campi sarà il suo “gemello” cubano e che oggi si sentirà incredibilmente orfano, quasi come uno di famiglia. Perché Ernesto e Conrado sono stati per anni veramente fratelli.

Tre anni a Vercelli tra serie C e serie B, poi il passaggio a Senago nel 2008 e quindi, dal 2009, nella franchigia SenagoMilano United, con la conquista di una coppa Italia di serie A2 nel 2010. Poi, dal 2012 il ritorno anche come giocatore a Settimo Torinese dove continua a dare una mano in diamante anche ben oltre i quarant’anni. Poi, quando il figlio Williams è quasi più forte di lui, si fa da parte per lasciare spazio alla nuova generazione, a quel ragazzo che gli darà grande soddisfazione arrivando nel 2023 a firmare per i Texas Rangers con cui va a crescere nell’accademia della Repubblica Dominicana.

Ernesto Wong è stato un giocatore generoso, un battitore potente che purtroppo non ha mai avuto l’occasione di poterlo dimostrare nella massima serie, in anni in cui la serie A1 era più elitaria e le regole non gli permettevano di arrivarci. A Cuba giocava in prima ed esterno, da noi, dove come massimo livello ha giocato in A2 con lo United, giocava qualche volta anche in terza, ma quello che si chiedeva ad Ernesto era soprattutto la battuta lunga. E lui in quegli anni ci ha regalato anche un po’ di homer.

Ma di Wong resterà soprattutto il grande lavoro fatto a Settimo, dove da giocatore un po’ chiuso e spigoloso, ha saputo trasformarsi in uno splendido papà per tante generazioni di ragazzini che lui ha saputo far innamorare del baseball e ha cresciuto tra le tante difficoltà delle società sportive. Perché il contributo di Ernesto non finiva negli spogliatoi, ma proseguiva anche fuori dal campo. Perché Wong era la vera anima del Settimo che ora dovrà continuare a giocare e a sorridere per lui.

Elia Pagnoni