Potenza e magia, il Giappone è campione del mondo
22/03/2023 3 Minuti di lettura

Potenza e magia, il Giappone è campione del mondo

Ai fuoricampo di Trea Turner e Kyle Schwarber rispondono Munetaka Murakami e Kazuma Okamoto. Shohei Ohtani vince il duello con Trout e viene incoronato MVP.

Un finale da cinema per un World Baseball Classic spaziale: Shohei Ohtani mette strikeout Mike Trout nell'ultimo turno della partita ed il Giappone si aggiudica la finale del World Baseball Classic vincendo per 3-2.

L'equilibrio tra le due superpotenze del baseball mondiale è stato un fattore costante per tutta la partita, così come lo è stato il duello a distanza tra Ohtani e Trout, due dei più forti giocatori al mondo nonché compagni di squadra nei Los Angeles Angels. Trout ha battuto la prima valida della partita - un doppio - nel primo inning, e Ohtani è stato il primo giapponese a salire in base, con una base per ball.

La scossa al match viene data nel secondo inning: Trea Turner, ventinovenne due volte All-Star, vincitore di una World Series nel 2019 e reduce da una firma da 300 milioni di dollari con i Philadelphia Phillies, conferma lo straordinario momento di forma toccando una fastball bassa del mancino Shota Imanaga - protagonista la scorsa stagione in NPB di una no-hitter lanciata per gli Yokohama BayStars - per il suo quarto fuoricampo nelle ultime tre partite ed il quinto nel torneo: 0-1. La bomba dell'ex Nationals e Dodgers incrina la fiducia di Imanaga che subisce altre due valide - due singoli da J. T. Realmuto e Tim Anderson - prima di uscire dall'inning grazie alla presa al volo dell'esterno sinistro Masataka Yoshida su Mookie Betts.

Per gli Usa, la gioia del vantaggio dura poco. Dopo essersi ben comportato nel primo inning, chiuso con uno strikeout sulla nuova stella dei Boston Red Sox Yoshida, Merrill Kelly, uno dei partenti più importanti degli Arizona Diamondbacks, va in crisi: il suo primo lancio viene spedito fuori dal campo da Munetaka Murakami - che dà seguito al walk-off contro Messico - per il pareggio, poi riempie le basi con un out venendo rimpiazzato dal mancino Aaron Loup che lascia entrare il punto del 2-1 nipponico su una lenta e difficile rimbalzante in prima battuta da Lars Nootbaar prima della presa al volo da parte di Trout su Kensuke Kondoh a chiudere l'attacco giapponese.

La partita cambia volto con i due bullpen che entrano velocemente in gioco. Kuriyama chiama Shosei Togo (che mette in base solo due battitori, Nolan Arenado e Kyle Schwarber) mentre DeRosa si affida al mancino Kyle Freeland che prima ferma Ohtani con uno strikeout, poi chiude l'inning inducendo Murakami ad un doppio gioco. Meno fortunato nel quarto inning con il Giappone che apre con un altro leadoff home run, questa volta di Kazuma Okamoto, su conto 0-1.

La tattica giapponese di accorciare la partita continua nel quinto con il nuovo lanciatore Hiroto Takahashi, ventenne dei Chunichi Dragons, che chiude indenne un attacco cominciato con un singolo di Mookie Betts su una battuta velenosa in terza e proseguito con gli strikeout su Trout e Goldschmidt ed un singolo di Arenado.

Nel frattempo, mentre Yu Darvish prima e Ohtani poi emigrano dal dugout al bullpen, Freeland ferma il Giappone, che nel sesto fallisce l'occasione di chiudere la partita. Dopo aver iniziato con gli strikeout su Murakami e Okamoto, il nuovo entrato Jason Adam perde il conto su Tetsuto Yamada (che poi ruba la seconda), Sosuke Genda e Yuhei Nakamura - ovvero gli ultimi tre del lineup - che salgono in base. Ohtani viene richiamato in dugout pronto a battere ma la volata di Nootbar non supera l'esterno destro Betts.

Giappone prima e Stati Uniti poi tremano nel settimo (i due attacchi vengono chiusi con battute in doppio gioco di Paul Goldschmidt e Yoshida) ma nell'ottavo la partita si riapre: Yu Darvish, che nel 2009 ottenne gli ultimi out che consegnarono l'ultimo titolo al Giappone, rileva Taisei Ota ed al primo lancio trova subito un out su Arenado. Kyle Schwarber non ci sta ed ingaggia un lungo duello con il lanciatore dei San Diego Padres (già colpito in gara uno dell'ultima National League Championship Series) risolto dopo dieci lanci con il fuoricampo del 3-2 finito oltre l'esterno destro e che consente allo slugger dei Phillies, 46 fuoricampo nel 2022 e 199 in 8 stagioni in MLB, di poter vantare almeno un fuoricampo in ognuno degli eventi targati MLB. Il lanciatore veterano subisce poi una valida da Turner ma è bravo a non affondare e si toglie dai guai con gli out su Realmuto e Cedric Mullins.

DeRosa va sul sicuro ed affida la palla nelle mani del closer dei Milwaukee Brewers Devin Williams che mette strikeout Murakami e Okamoto rimandando tutto al nono inning dove ad attendere i battitori a stelle e strisce si presenta Shohei Ohtani, 1-3 con una base ball ed uno strikeout da battitore designato. Jeff McNeil, utility dei New York Mets, vince il confronto con una base ball da primo in battuta, ma Mookie Betts ha fretta e sotto 0-1 batte a terra il secondo lancio (una fastball a 98 miglia orarie) per un doppio gioco che non aiuta la sua squadra. Tutto si riduce allo scontro tra titani evocato, desiderato ed aspettato da tutti: Ohtani contro Trout. Il fenomeno giapponese lavora soprattutto sulla parte medio-bassa ed esterna della zona di strike, contando soprattutto sulla dritta da 100 miglia. Trout, due volte MVP dell'American League, è attento e dopo cinque lanci il conto è pieno. Il lancio successivo è uno dei suoi marchi di fabbrica: lo sweeper, ossia un tipo particolare di slider che taglia orizzontalmente per circa quarantacinque centimetri. È il secondo lancio più pericoloso in MLB. Nel 2022 è stato utilizzato da Ohtani il 37% delle volte ed ha fruttato 82 strikeout e 191 giri a vuoto. Anche Mike Trout questa volta ne è rimasto vittima girando a vuoto per l'ultimo out del Classic.

Il Giappone toglie il titolo agli Stati Uniti vincendo il terzo World Baseball Classic (su cinque edizioni) ma soltanto il primo da detentore dell'oro olimpico di Tokyo 2020 e del Premier 12 (2019) della WBSC, ovvero le altre due principali competizioni internazionali di baseball, e lo fa da imbattuta proprio come la Repubblica Dominicana del 2013.

Shohei Ohtani viene incoronato MVP del torneo per le sue prestazioni in battuta (.435/.606/.739 con 8 punti battuti a casa, un fuoricampo e 4 doppi) e sul monte di lancio (Pgl di 1.86 su 9⅔ di inning con 11 strikeout ed una salvezza), succedendo così al connazionale Daisuke Matzusaka (2006 e 2009), al dominicano Robinson Cano (2013) ed a Marcus Stroman (2017).

IL TABELLINO

di Luca Giangrande

LA PAGINA DEDICATA AL WORLD BASEBALL CLASSIC