USA campioni del mondo. Aluffi: “Per l’Italia rammarico e soddisfazione allo stesso tempo”

USA campioni del mondo. Aluffi: “Per l’Italia rammarico e soddisfazione allo stesso tempo”
19/09/2022
Il campionato del mondo Under 18 si è chiuso con la vittoria degli Stati Uniti, in finale contro Cina Taipei. In una giornata in cui i padroni di casa, che così completano l’en-plein giovanile (U12, U15 e U18), hanno dovuto anche terminare l’ultima partita del girone contro il Giappone, che, a sua volta, ha poi battuta la Corea del Sud nella finale per il bronzo. Per il manager italiano, Francesco Aluffi è stata l’occasione per fare un bilancio della lunga estate azzurra: “Soddisfazioni a metà; soprattutto il rammarico per aver mancato la qualificazione al prossimo mondiale”

L’ultima giornata del mondiale Under 18 di Brandenton e Sarasota, in Florida, va in archivio con la doppia vittoria (ultima partita del girone completata con walk-off contro il Giappone) e finale dominata contro Cina Taipei per gli Stati Uniti. I padroni di casa hanno dimostrato una maggiore attitudine e, soprattutto una grande voglia di non mollare mai e chiuso la finale 5-1 con un determinante fuoricampo da 3 punti di Bryce Eldrige, che è stato anche il closer della partita. Nell’estate dei mondali giovanili, gli Stati Uniti, dunque, completano il percorso, dopo aver vinto anche nelle categorie Under 12 e Under 15. Il terzo posto va al Giappone che, nella finalina, ha sconfitto la Corea del Sud 6-2.

L’Italia, come era stato stabilito dalla penultima giornata di gioco, chiude il proprio cammino mondiale al decimo posto, davanti a Canada e Sudafrica, che sono le due Nazionali che gli azzurrini hanno battuto. Due sole le vittorie, al termine di un mondiale in cui, in molti casi, la squadra allenata da Francesco Aluffi, ha avuto modo di giocare alla pari con quasi tutte le avversarie che ha affrontato.
Proprio con il manager azzurro abbiamo fatto una chiacchierata finale, cercando di capire se, al termine di un percorso che ha visto questo gruppo lavorare molto intensamente negli ultimi 7 mesi, il grado si soddisfazione possa comunque essere elevato, oppure sia scemato, anche in considerazione dei risultati.

“Posso dire di essere soddisfatto a metà – dice Aluffi – Il percorso che, da marzo oggi, abbiamo proposto ai ragazzi è stato certamente interessante perché ci ha dato modo di giocare tantissime partite. Basti dire che quelli che hanno potuto giocare quasi sempre hanno messo insieme quasi 90 turni di battuta di qualità. Soddisfatto per metà, perché siamo riusciti a essere competitivi con quasi tutti, anche contro Cina Taipei. Abbiamo forse sbagliato solo le partite con Panama e Brasile, ma mediamente siamo riusciti a essere competitivi con tutti. Certo, in alcune occasioni avremmo dovuto essere un po’ più cinici e opportunisti, ma non è sempre facile giocare un torneo di 10 giorni e rimanere al 100% per tutti i 10 giorni”.

Se fai un bilancio complessivo tra Europei e Mondiali è inevitabile che arriveranno critiche, soprattutto se si analizzeranno solo i risultati, specie quello dell’Europeo.
Qual è il valore di questi risultati?

“La parte più rilevante che è emersa è quella dell’incapacità di mettere in pratica i fondamentali. All’Europeo, durante il quale effettivamente avremmo dovuto fare di più, per esempio, sono emerse le scuole tedesca e ceka, quella spagnola. Quello che è mancato è stata la capacità di esecuzione. Visto da fuori, dunque, quel risultato, evidentemente non è un risultato positivo. Ma io dico che la crescita dei ragazzi c’è stata. Qui al mondiale questa crescita si è vista. Siamo stati più positivi e abbiamo migliorato. È evidente che ci si sarebbe aspettato tutti di più. Dal punto di vista dei risultati... Io per primo avrei voluto dei risultati migliori. La considerazione finale è che ci manca un po’ di scuola. Anche noi come staff manchiamo nella gestione di partite di alto livello, sono tutti elementi che hanno portato alla mancanza di risultati che tutti, noi per primi, avremmo voluto. Ma tengo a ribadire che, complessivamente, c’è stata una crescita, sia a livello di esperienza, sia a livello di gioco. Tornando quindi, ancora una volta, all’inizio del discorso, è una soddisfazione a metà, perché sono mancati i risultati, ma i risultati vanno costruiti nel tempo. Alcune altre Nazioni lo stanno facendo, noi abbiamo iniziato a farlo e vorrei che questi ragazzi continuassero a farlo."

E i ragazzi cosa dicono?

“Loro sono i primi a essere amareggiati. Sanno che c’è ancora molto da lavorare e sono certo che non molleranno e lo vorranno fare quel lavoro che servirà loro per migliorare, anche per comprendere come affrontare i loro avversari che, a loro volta, non si fermeranno. Ma, allo stesso tempo, quei piccoli miglioramenti che sono stati fatti qui in Florida sono già stati notati. Abbiamo avuto riscontri positivi da alcuni scout che hanno seguito le nostre partite e che hanno espresso interesse per alcuni dei nostri.”

I processi di crescita, per l’Under 18, però, passano attraverso i processi di crescita delle Nazionali più giovani, sono iniziati anche questi?

“Decisamente sì. Perché è un percorso che lo staff di Stefano Burato ha già iniziato per scoutare i ragazzi che entreranno in questo gruppo, però quello che va capito è che forse non basta più guardare, osservare, valutare e convocare: forse nelle Nazionali è importante anche iniziare a formare. Perché purtroppo poi succede che, in determinate occasioni, non possiamo noi insegnare certi fondamentali come quello del bunt, per esempio, che oggi è stato sbagliato in finale da Taipei e che a noi, invece, è costato la semifinale del Campionato Europeo e due partite in questo Mondiale. È chiaro che la responsabilità sia anche un po’ di tutti noi, ma se ad alti livelli non ci sono questi fondamentali che posso creare quella piccola differenza che ti può far vincere e questo non arriva dalla base, diventa poi difficile inventarseli.”

Forse quel bunt che è costato la semifinale all’Europeo, non crea il rammarico in sé, ma lo crea per aver mancato la qualificazione al Mondiale 2023.

“Beh, sicuramente. Per noi quello sarà uno stop temporale nella crescita dei ragazzi. I percorsi iniziano prima e finiscono dopo i semplici eventi. Questa squadra fa parte di un gruppo molto più ampio, che entrerà nella Under 23 e nella Élite. Dovremo continuare a guardarli, tutelarli e farli progredire, anche a intervenire sull’apprendimento di alcuni fondamentali, del gioco di squadra e dell’applicazione e dell’esecuzione delle strategie di gioco. Dovremo cercare di fare sì che possano loro e possiamo noi continuare a costruire, a lavorare in contesti di alto livello, perché solo applicando ciò che si studia in allenamento in contesti di alto livello si può progredire. Ma sono sicuro, e lo auguro a tutti loro, che il loro percorso continui proprio con le Nazionali che vengono dopo: Under 23 ed Élite”

LA CLASSIFICA FINALE DEL MONDIALE UNDER 18
TUTTO SUL MONDIALE UNDER 18

da Sarasota, Florida (USA), Michele Gallerani

Nell foto di copertina Francesco Aluffi e gli azzurrini durante l'Inno di Mameli durante una delle partite della Baseball U18 Baseball World Cup 2021 (Credit: WBSC)