19/12/2014 5 Minuti di lettura

Umpire's stories: “Tar Wars”, quando la resina divenne protagonista

Molti di coloro che si apprestano a leggere questa storia, la ricorderanno

Molti di coloro che si apprestano a leggere questa storia, la ricorderanno.

Non perché fossero presenti il 24 luglio 1983 al vecchio Yankee Stadium ma soltanto perché le vicende narrate di seguito, sono già state pubblicate qualche tempo fa, sulla newsletter degli “umpires” italiani. Con questa occasione, oltre che avvalersi, ovviamente, della traduzione del testo originale, una prefazione ad un manuale arbitrale, scritta dall’ex umpire della  Major League Baseball (MLB) Joe Brinkman, in collaborazione col giornalista Charlie Euchner, è stato deciso di arricchirla con ulteriori particolari, ricercati qua e la, proprio per dargli quel senso di “dramma” che davvero pervase le pagine dei giornali e gli schermi delle trasmissioni televisive dell’epoca, a fianco delle maggiori notizie di cronaca o di politica, a conferma ulteriore, se ce ne fosse stato bisogno, che il baseball non è soltanto uno sport. La storia è intervallata, come fa fedelmente Brinkman nella sua prefazione, da lezioni dedicate agli aspiranti arbitri, a conferma di quanto ci sia sempre da imparare a stare su di un campo da baseball.

Dunque che la storia abbia inizio. E’ il 24 luglio 1983 ed a New York s’incontrano i Royals e gli Yankees. Non è una partita decisiva ma abbastanza importante per il proseguo della stagione. Si arriva alla parte alta della nona ripresa, due eliminati ed un uomo in base. Nel box di battuta si presenta George Brett, stella di Kansas City, sotto nel punteggio per 4 a 3. Vecchie leggende da clubhouse, raccontano che, mentre il biondo terza base di Kansas City si avvicina al box, dice ad un suo compagno, “Vedrai come te la faccio volare con questa mazza!”. Sul monte, ad attenderlo, c’è Rich “Goose” Gossage, l’asso dei rilievi di New York. Quando Brett, nel mormorio dello stadio, colpisce duro verso l’esterno destro, il secondo lancio del rilievo newyorchese, tutti nel Bronx, si rendono conto che quella battuta sarà un fuoricampo che darà il vantaggio alla squadra ospite per 5 a 4. Tutti, escluso quel gran rompiballe di Billy Martin, il manager degli Yankees.

Lezione numero 1 per aspiranti arbitri:
il Baseball è un gioco di centimetri (inches). Il più apparente ed insignificante dettaglio del gioco, fa la differenza in molte gare. Nessun singolo gioco è così insignificante, da non poter cambiare la complessità della gara.

Come Brett inizia a trotterellare sulle basi, Martin ed uno dei suoi coach, Don Zimmer, iniziano a gridare al catcher Rick Cerone, “Guarda la mazza! Guarda la mazza!”. Essi avevano, evidentemente, conferito prima della gara sul fatto di poter “protestare” l’uso di una mazza illegale, da parte dell’altra squadra, se quella mazza avesse creato dei fastidi nella gara. Cerone dapprima getta via la mazza ma poi, quando si accorge di essere il ruolo principale in un “great baseball drama”, la recupera velocemente dal bat boy. La mostra all’arbitro capo, il rookie Tim McClelland. Nel frattempo, Martin esce dal dug out per parlare con l’arbitro capo.

Lezione numero 2 per aspiranti arbitri:
Non permettete alle personalità di giocatori e managers, d’influenzare le vostre decisioni. La giustizia è cieca. Ricordate la statua della donna di fronte alla Suprema Corte di Washington? E’ bendata. Non lasciate che alcuna percezione della gente, influenzi le sue decisioni.

Billy Martin è considerato all’epoca un genio del baseball ma anche un tipo meschino e scorretto, verso i propri giocatori ed arbitri. E’ sempre a scalciare ed urlare ma bisogna dimenticarsi della sua stridente personalità mentre si sta arbitrando una gara. Non puoi andargli contro nelle chiamate, solo perché non è “Mister Simpatia”. Martin afferma che Brett ha battuto la palla illegalmente, per la presenza di troppa resina sulla mazza. Dato che l’eccessiva quantità della sostanza fa del fuoricampo di Brett una palla battuta illegalmente, Martin sostiene che il fuoricampo dev’essere contato come un out e la gara terminare con la vittoria della sua squadra per 4 a 3. Molta gente negli anni ha chiesto a McClelland perché non notò l’eccessivo uso di resina sulla mazza di Brett, prima che battesse il fuoricampo. “Se mia nonna avesse le ruote sarebbe una carriola!” (ndt). Nel senso che Brett, se gli arbitri glielo avessero fatto notare, avrebbe probabilmente sostituito la mazza. Ma l’arbitro non può controllare ogni aspetto della gara, prima di ogni lancio. Se si controllasse la mazza, la palla, il box del battitore, quello del suggeritore, l’ordine di battuta e così via, prima di ogni lancio, la gara durerebbe in eterno. Prepararsi per ogni lancio, assomiglierebbe alla routine che la madre affronta prima di mandare a scuola il figlio per la prima volta. Dato che deve concentrarsi sull’azione e mantenere un buon ritmo, l’arbitro, talvolta, deve dipendere dai giocatori per evidenziare l’infrazione a qualche regola. Questo è il caso di un eccessivo uso di resina. La controversa sostanza in questione, è un materiale nero ed appiccicoso che i giocatori spalmano sull’impugnatura delle loro mazze per avere un miglior “grip”. La sostanza odora quasi come l’asfalto usato per coprire le strade. Nessuno potrebbe mai sostenere che una singola applicazione di resina sulla mazza ne aumenti la potenza. Se così fosse, pensate che una palla che sbatte contro la resina potrebbe rimanere incollata alla mazza come in un cartone animato? Ed allora perché la resina è nel regolamento? Qualcuno segue il ragionamento di Calvin Griffith, a lungo proprietario dei Minnesota Twins, che sostiene che le mazze trattate con la resina rovinano le palle da baseball e perciò aumentano i costi del mantenimento. Una più probabile ragione per tale regola è che, se applicata per un lungo periodo di tempo, la resina potrebbe infilarsi nei grani del legno, indurire la mazza, incrementandone così la potenza. La mazza cesserebbe in questo modo d’essere completamente di legno: avrebbe uno scudo esterno più duro che potrebbe dare al battitore un ingiusto vantaggio.

Lezione numero 3 per aspiranti arbitri: conosci il regolamento. Un vostro giudizio non può essere annullato dal Giudice sportivo (modificato dal redattore) che può invece annullare una vostra interpretazione della regola.

La sezione 1.10 (b) delle Regolamento Tecnico di Gioco del Baseball (RTG Baseball) per il 1983 affermava: “l’impugnatura della mazza, per non più di 18 inches dalla fine, può essere trattata con qualsiasi materiale per migliorarne il “grip”. Qualsiasi materiale, inclusa la resina, che si estende oltre il limite dei 18 inches, nel giudizio arbitrale, dovrà causare la rimozione della mazza dalla partita”. Se questa fosse stata l’unica regola concernente la resina ed i suoi effetti sulla legalità della mazza, l’arbitro avrebbe detto a Brett di ripulire la mazza o di sbarazzarsene ma avrebbe concesso il fuoricampo. Ma ci sono altre due regole che coinvolgono la resina e Billy Martin fu semplicemente troppo felice di darne citazione alla crew arbitrale che stava lavorando quel giorno a New York. La regola 2.00 affermava che una palla battuta illegalmente è una palla battuta con una mazza che non si accorda con la regola 1.10 (vedi sopra). E la regola 6.06 (a) affermava che il battitore dovrà essere dichiarato eliminato per aver battuto una palla illegalmente. Le regole così come indicate non sono più nel regolamento. La 2.00 è andata e la 6.06 (a) adesso si riferisce all’uscita del battitore dal suo box. La crew arbitrale che lavorava quel giorno, Drew Coble, Nick Bremigan, Timmy McClelland e Joe Brinkman, discutono la questione per pochi minuti. L’enorme quantità di resina sulla mazza di Brett e la sfilza di regole, non lasciano altra scelta se non di chiamare out la stella di Kansas City. La resina è infatti spalmata su tutta la mazza, riducendo così il magnifico homerun di Brett, ad una palla battuta illegalmente. Non sembra giusto portare via il fuoricampo per una questione di resina ma le regole sono regole. Le regole sono tutto quello con cui un arbitro deve lavorare.

Lezione numero 4 per aspiranti arbitri: abbiate abbastanza conoscenza e pazienza per spiegare le vostre decisioni a giocatori e managers. Considerate voi stessi educatori così come siete arbitri. Non ogni volta avrete da spiegare ma dovreste essere sempre preparati a farlo.

Non appena raggiunta la decisione finale, la mazza di Brett fu posta a fianco del piatto di casa base. Su Youtube si trova il video di quei cinque minuti che resero immortale questa storia. Il piatto di casa base è largo 17 inches ed è chiaro che la resina si estende per più di un centimetro, rispetto alla larghezza del piatto. Gli arbitri si assicurano che le telecamere riprendano la scena mentre i replays aiutano a spiegare la decisione al pubblico. Raggiunta la sofferta decisione, Timmy McClelland alza il suo braccio destro per segnalare che Brett è out. Col senno di poi, forse sarebbe stato più giusto chiamare sul campo il manager dei Royals Dick Howser, prima di annunciare la decisione. Avremmo potuto spiegare le ragioni della lamentela di Martin e chiedere a lui di rispondere. Questo però avrebbe potuto diffondere l’esplosione dei Royals, dopo la decisione. Cosa che avvenne puntuale… (continua)

 

Per vedere il video del "Pine Tar Incident", .