Mike Piazza al lancio della Giornata dello Sport Italiano nel Mondo
Nello splendido contesto di Villa Madama a Roma, il Vice Presidente del Consiglio e Ministro degli Esteri e della Cooperazione Internazionale, Antonio Tajani, e il Ministro per lo Sport e i Giovani, Andrea Abodi, hanno presentato venerdì 13 settembre la prima Giornata dello Sport Italiano nel Mondo, che vedrà nelle prossime settimane coinvolte le rappresentanze diplomatiche del nostro Paese all’estero.
L’evento ha visto una grandissima partecipazione di autorità sportive, militari e diplomatiche a partire dai presidenti del CONI Giovanni Malagò, del CIP Luca Pancalli, di Sport e Salute Marco Mezzaroma e di diverse Federazioni, ed è stato occasione di illustrare successi e bellissime storie sportive, grazie agli ospiti d’onore Manuel Bortuzzo, fresco reduce dai successi di Parigi, Rossella Fiamingo e Alberta Santuccio, che insieme a Giulia Rizzi e Mara Navarria hanno conquistato l’oro nella spada a squadre, insigniti del titolo di Ambasciatori della diplomazia dello sport.
Insieme a loro, Elisabetta Cocciaretto, testimone del fantastico momento del tennis italiano, e i Commissari Tecnici di calcio, Luciano Spalletti, e baseball, Mike Piazza.
A fare gli onori di casa, il Ministro Tajani, che ha spiegato i motivi della Giornata: “Lo sport è uno strumento di grande promozione per il paese, non solo per il tricolore che sventola in ogni parte del mondo, ma anche perché rappresenta un sistema industriale che vale circa il 2% del PIL.
La giornata coinvolgerà da ora in poi le nostre rappresentanze diplomatiche, ma il concetto fondamentale è la testimonianza di come lo sport sia parte integrante del sistema Paese. Non possiamo pensare alla crescita senza occuparci in maniera strategica del futuro e lo sport, con i suoi valori e i suoi campioni, è parte integrante di questo futuro.
Manuel l'ho conosciuto il giorno dopo il tragico episodio e sono fiero di averlo oggi qui, per celebrare un successo che viene da un lungo percorso.
Lo sport, gli atleti, rappresentano il perseguire gli obiettivi attraverso il sacrificio e questo anche la scuola deve riconoscerlo e valorizzarlo. Questo chiediamo ai nostri atleti: una testimonianza militante dei valori, della creatività, dell’eccellenza del nostro Paese.”
Andrea Abodi ha ricordato come “settembre è un mese speciale: il 20 celebreremo un anno dal riconoscimento del valore dello sport in Costituzione. In settembre si chiude il ciclo olimpico e paralimpico. In settembre è collocata la Settimana europea dello sport. Tutti momenti simbolici che ci fanno ricordare come sport significhi non solo gli atleti, ma anche la capacità organizzativa di un Paese. Lo sport ci insegna a non fermarci a contemplare le vittorie, così come a non pietrificarci di fronte alle sconfitte.
Lo sport è terreno di confronto, non di conflitto e in questo è uno strumento fortissimo di diplomazia. È economia sociale, oltre che morale. Sta a noi fare sì che i valori di questa giornata si concretizzino. Dobbiamo avere la capacità di fare uscire lo sport dai conflitti. Tornare a usarlo come occasione di dialogo attraverso la competizione.”
Il tema della pazienza, della capacità di lavorare con costanza per superare le inevitabili sconfitte e perseguire con determinazione i propri obiettivi è stato sapientemente declinato dalla conduttrice Lia Capizzi nelle vicende umane e sportive degli ospiti: il ritorno alla vita di Bortuzzo, con un bronzo ai Giochi che è arrivato secondo i suoi tempi “quando tutte le pressioni si sono calmate e a volerlo ero davvero io”, alle ragazze della spada, che all’oro di Parigi sono arrivate con gradualità, attraverso momenti anche difficili, nei quali però “nessuna ha cercato le colpe nell’altra, ma si è stratta ancora di più attorno alla squadra”.
Luciano Spalletti ha confidato: “vivo un sogno. Esattamente con le stesse emozioni di quando ero un ragazzino e guardavo gli azzurri sognando di essere lì. La soluzione per me è sempre la squadra, in cui tutti sono determinanti. Esiste un posto in cui tutti si lavora senza risparmiarsi per l'obiettivo comune. Quel posto lì è la squadra.”
Anche Mike Piazza, giunto con pazienza ad una carriera da Hall of Fame partendo da lontano, dal 62° turno del draft 1988, è un testimone perfetto per la perseveranza: “ogni successo arriva attraverso la giusta preparazione. Nello sport come nella vita ci sono momenti difficili, che si possono superare solo lavorando per migliorare e programmando il domani. Noi veniamo da un 2024 importante, con la vittoria dell’Europeo U-18, la solida partecipazione della U-15 al Mondiale e il titolo europeo di softball di qualche giorno fa. Stiamo iniziando un percorso che parte dai giovani, ne abbiamo tanti anche all’Università negli Stati Uniti, per puntare alla qualificazione per le Olimpiadi di Los Angeles, passando dal World Baseball Classic 2026. Obiettivi difficili, ma per i quali non ci risparmieremo un solo giorno.”
Dedicato a uno degli elementi più importanti di prestigio dell’Italia nel mondo, il siparietto conclusivo con Spalletti: “ho sentito che alcuni giocatori della Nazionale di calcio – ha scherzato Piazza – si sono un po’ lamentati della cucina americana e in particolare italo-americana, durante l’ultimo tour. Beh, mi offro la prossima volta per darvi i giusti suggerimenti in materia di ristoranti italiani negli Stati Uniti.”
Marco Landi