La storia non si scrive, la si fa...
06/07/2020 2 Minuti di lettura

La storia non si scrive, la si fa...

“L’unica buona fortuna che molti uomini hanno mai avuto è nata con la capacità e la determinazione di superare la sfortuna” era solito dire l’illusionista americano Channing Pollock

L’unica buona fortuna che molti uomini hanno mai avuto è nata con la capacità e la determinazione di superare la sfortuna” era solito dire l’illusionista americano Channing Pollock.

È sotto questa luce che si può inquadrare il ruolo che il nostro movimento ha avuto questo week end per il mondo dello sport italiano.

La perseveranza e la capacità organizzativa di tutte le componenti della federazione, hanno permesso al baseball di salire nuovamente sul palcoscenico nazionale.

Controllo dei documenti come da protocollo ANTICOVID-19 prima dell'incontroSabato scorso c’è stata una festa, una grande festa per celebrare la rinascita dopo mesi di paure e dubbi sul futuro di tutti. Molte delle persone in campo erano state direttamente toccate dagli effetti nefasti del virus. Che fosse stato un parente o un amico, ognuno di loro avrebbe potuto raccontare una storia di una perdita avvenuta in questi mesi. La partita è stata una boccata di ossigeno, un ritorno alla vita.

Il Comitato Nazionale Arbitri (CNA) ha voluto officiare questa cerimonia con una crew composta da quattro arbitri, anche loro provenienti da territori particolarmente colpiti dal virus: Daniele Vimercati, Sebastian Iacono ed Ermanno De Vuono dalla Lombardia, Vittorio Bianchi dall’Emilia-Romagna.

Il Saluto pre-gara degli arbitriVimercati, arbitro capo, ricorda la camminata che lo ha portato dagli spogliatoi al piatto di casa base. L’odore dell’erba appena rasata e la sensazione della terra rossa sulle dita. L’euforia che ha coinvolto tutti i presenti allo stadio, consapevoli dell’importanza di quel momento. All’arbitro Iacono, arbitro in seconda, rimarrà impresso il silenzio militare suonato dalla banda locale e il silenzio che è piombato subito dopo, che ha riportato nei cuori il pensiero di chi ci ha lasciato. “La crew e il senso di appartenenza.  Ritornare sui campi in quattro, mi ha fatto sentire subito sicuro e protetto, tenendo a bada l’emozione dell’esordio sotto le telecamere in diretta nazionale” ricorda Bianchi, l’arbitro che ha presidiato il sacchetto di prima. “Gli arbitri sono arrivati pronti a questo appuntamento grazie a tutto il lavoro durante il periodo di lockdown dal CNA. I numerosi incontri settimanali di formazione a distanza ci hanno permesso di consolidare le nostre competenze e affiatarci. In una situazione drammatica, abbiamo trovato la forza per crescere.” è il commento di De Vuono, chiamato a giudicare in terza base.

Il risultato sportivo passa in questo momento in secondo piano. Prima dell’inizio della partita c’era una unica squadra in campo: Piacenza, Arbitri, Codogno, che indossavano la stessa simbolica maglia azzurra ed il tricolore. Un’unica squadra per ricominciare, forse più forti di prima. Orgogliosi e con la consapevolezza che è stata scritta una piccola pagina di storia nazionale a cui tutti noi abbiamo dato il nostro contribuito.