La storia di Italia Softball ai Giochi Olimpici
20/07/2021 3 Minuti di lettura

La storia di Italia Softball ai Giochi Olimpici

Tokyo 2020 sarà la terza partecipazione olimpica per Italia Softball, diciassette anni dopo l'ultima volta ad Atene

A meno di ventiquattro ore dal primo lancio contro gli Stati Uniti a Fukushima si avvicina l’atteso ritorno della nazionale italiana di softball ai Giochi Olimpici. Un evento atteso da diciassette lunghi anni, dall’Olimpiade di Atene 2004, tredici stagioni dopo la dalla delusione di Ronchi dei Legionari nel torneo di qualificazione Europa-Africa 2007.

La storia del palla soffice azzurro ai Giochi Olimpici si aprì nel 1995 ad Haarlem, nel torneo di qualificazione, chiuso dall’Italia con nove vittorie e quattro sconfitte, tutte contro l’Olanda, una al nono inning (2-3), una di misura nell’esordio dei playoff (1-2) e due nelle finali (2-7, 0-4). Sulla pedana azzurra c’erano a quei tempi Monica Corvino (2-2, 1.15), Roberta Soldi (1-2), Paola Marfoglia, Claudia Petracchi, Marina Centrone e Daniela Castellani. Per conquistare il pass per Atlanta 1996 non bastò un grande torneo di Veruska Paternoster (548mb, 1hr, 12pbc) e di Alessandra Gorla (478).

Il riscatto azzurro arrivò quattro anni dopo, nel 1999 nel torneo di qualificazione di Parma. Il gruppo allenato da Tonino Micheli, che stava dominando la scena europea (lo fece per quindici anni, dal 1992 al 2007), si qualificò grazie a otto vittorie e una sola sconfitta (2-1 contro l’Olanda in semifinale). Le azzurre, che ebbero in Giovanna Palermi (462) e Loredana Auletta (444, 1hr) le mazze più pesanti, esplosero tutta la loro potenza nelle ultime due gare, superando la Gran Bretagna nella semifinale di ripescaggio (2-1) e l’Olanda nella finalissima (2-0). Fu il torneo di Susan Bugliarello, che chiuse con 3 vittorie, senza subire punti e ben 47 strike out. Straordinario anche il comportamento di Claudia Petracchi (3-0, 0.39).

L’Italia si presentò a Sydney 2000 per fare bella figura. Obiettivo centrato in pieno ed anzi il quinto posto finale lasciò molto amaro in bocca all’entourage azzurro: dopo le vittorie iniziali contro Cina e Cuba la zona medaglia sembrò vicinissima, ma le sconfitte con il Canada e soprattutto quella con la Nuova Zelanda piena di rimpianti, che ci costrinse a rimettere nel cassetto il sogno di una medaglia.

Le “ragazze vincenti” si ripresentarono poi ai Giochi di Atene 2004, dopo aver conquistato il pass nel torneo di qualificazione Europa-Africa che andò in scena nel 2003 sui diamanti di Macerata e Cupramontana che l’Italia concluse con un percorso perfetto: 8 vittorie e nessuna sconfitta. La pedana di lancio fu semplicemente straordinaria: Leslie Malerich non concesse niente alle mazze avversarie, chiudendo senza punti e tre vittorie, ma splendide furono le prestazioni di Bugliarello, Sun e Spediacci, mentre in attacco si distinsero Francesca Francolini (556 di media) e Daniela Castellani (500).

La squadra, che fu affidata al manager australiano Barry Blanchard, si presentò in Grecia con dieci novità rispetto ai Giochi in Australia. Fu una spedizione per certi versi sfortunata: dopo la sconfitta preventivata sulla regina Stati Uniti e la vittoria per 7-5 sul Canada, le azzurre persero quattro delle cinque rimanenti per un solo posto, le ultime tre addirittura per 1-0 contro Taiwan, Giappone (per 2-0 al tie-break dopo aver sfiorato il vantaggio) e Canada. Fu insomma un ultimo posto bugiardo con un roster da mille e una notte, ma quell’edizione fu caratterizzata da un livello tecnico altissimo.

La terza partecipazione, ai Giochi Olimpici di Pechino 2008, svanì ai supplementari nel torneo di qualificazione di Ronchi 2007. Le azzurre guidate da Marina Centrone, dopo essersi sbarazzate della Rep. Ceca per 2-0, s’arresero per due volte all’ottavo inning all’Olanda, prima per 7-4, poi per 3-2 nella finalissima. Leslie Malerich (3-0, 0.41) fu la stella in pedana; Castellani (600) e Garofalo (438) fecero tremare qualsiasi lanciatrice affrontata.

Dodici anni dopo, nel 2019, nel torneo di qualificazione olimpica che si è svolta A Utrecht in Olanda le azzurre di Enrico Obletter, battendo nell’atto conclusivo la Gran Bretagna per 5-0, hanno ottenuto il lasciapassare per i Giochi di Tokyo 2020 che si giocheranno tra tre settimane. L’Italia ha calato una cinquina senza macchie, con Ilaria Cacciamani (3-0, 0.42) e Greta Cecchetti (2-0, 1.71) invincibili sulla pedana; con Emily Carosone (438, 1hr) e Amanda Fama (429) leader offensive. Alla guida ci sarà Federico Pizzolini, che vuole mantenere, insieme alle sue ragazze, l’impegno preso dal compianto Obletter subito dopo la qualificazione per Tokyo: «Al presidente del Coni Malagò ho promesso che non andremo a Tokyo a fare una sfilata: saremo lì per giocarci la medaglia. E io le promesse le mantengono sempre».

Per tutte le ragazze convocate sarà un’esperienza unica, che segnerà la vita. Per una di loro, Erika Piancastelli, avrà un sapore particolare: a ventuno anni di distanza indosserà la maglia che fu di sua mamma, Loredana Auletta.

di Maurizio Caldarelli

Foto: la festa della azzurre dopo il conseguimento del pass olimpico ad Utrecht nel 2019 (EzR/Nadoc)