La stagione MLB al capitolo finale: Houston Astros e Philadelphia Phillies a caccia del titolo
28/10/2022 7 Minuti di lettura

La stagione MLB al capitolo finale: Houston Astros e Philadelphia Phillies a caccia del titolo

Da questa notte (primo lancio ore 2) via alla World Series 2022: Dusty Baker a caccia del primo anello della sua carriera da manager, Rob Thomson e Bryce Harper per chiudere nel migliore dei modi una stagione al di sopra delle aspettative. Tutte le partite in diretta tv sui canali di Sky Sport.

Dopo 162 partite di regular season e 15 giornate di gara di play-off è finalmente arrivato il momento delle World Series. Ad affrontarsi saranno Houston Astros e Philadelphia Phillies, due squadre che nella storia dei play-off si sono affrontate una volta sola: nella Championship Series del 1980, vinta dai Philadelphia Phillies per 3-2 grazie al decisivo successo per 8-7 in gara cinque, terminata all’extrainning così come ognuna delle tre partite successive a gara uno. Inutile dire che quella di quarantadue anni fa era una MLB completamente diversa da quella che conosciamo oggi: gli Astros avevano appena spento le diciotto candeline, erano reduci dal primo titolo divisionale ed erano ancora legati alla National League. Esistevano soltanto due division per lega, “east” e “west”, nella National League non c’era il DH e nella American League era alla sua quinta stagione di esercizio. Inoltre, non c’era lo strumento del replay e non esistevano wild card, né division series. Ai play-off si qualificavano le prime classificate delle rispettive division. In quella serie i Phillies potevano contare su Pete Rose e sull’MVP National League di quell’anno Mike Schmidt mentre gli Astros annoveravano nelle proprie fila fenomeni come Nolan Ryan, Joe Morgan, Joe Niekro ed un giovane Bruce Bochy – futuro vincitore da manager di quattro titoli National League e tre World Series – che pochi giorni fa è stato annunciato come nuovo manager dei Texas Rangers. Ovviamente, a quei tempi nessuno dei giocatori oggi impegnati nella World Series 2022 era ancora nato. Rob Thomson, oggi cinquantanovenne manager dei Philadelphia Phillies, doveva ancora completare il secondo mese dei suoi diciassette anni e terminare la sua High School in Canada. La sua carriera da professionista non sarebbe iniziata prima del draft 1985, quando venne scelto dai Detroit Tigers al 32esimo giro. L’anno prima rappresentò Canada ai Giochi Olimpici di Los Angeles 1984, chiusi con un record di 1-2, lo stesso record della nazionale italiana inserita però in un altro raggruppamento insieme agli Stati Uniti padroni di casa, la Repubblica Dominicana e Cina Taipei.

Dusty Baker invece era già un giocatore navigato. Nel 1980 aveva 31 anni ed era alla quinta di otto stagioni con la divisa dei Los Angeles Dodgers, la sua tredicesima di diciannove stagioni da professionista in MLB. All’epoca vantava già venti presenze in postseason e dodici alle World Series (1977 e 1978, entrambe perse contro gli Yankees). A fine carriera saranno quaranta le sue partite di play-off, diciotto delle quali alle World Series.

Oggi, a 73 anni, Dusty Baker è pronto per fare la storia come il manager più anziano ad aver mai preso parte ad una World Series. Il suo obiettivo è di diventare anche il più anziano a vincerla, la World Series. Nei suoi venticinque anni in panchina ha portato cinque squadre diverse ai play-off e soltanto due volte è stato capace di arrivare a giocarsi l’anello. “Resto affamato”, ha detto in una intervista post-partita di gara quattro della American League Championship Series vinta a New York, “la strada per arrivare fin qui è lunga. Nei mesi che portano a questo punto partendo dallo Spring Training succedono tante cose. Se siamo arrivati qui significa che abbiamo perseverato e che siamo rimasti uniti”. Quello con la World Series è un rapporto complicato. Da giocatore ne ha vinta una, su tre tentativi, nel 1981 contro i New York Yankees. Da manager ci è arrivato soltanto al suo decimo anno, il 2002, perdendola contro i Los Angeles Angels. Poi, nei diciannove anni successivi (quattro dei quali trascorsi senza squadra) ci è arrivato soltanto una volta, lo scorso anno, perdendo dagli Atlanta Braves dopo sei partite. Ma l’appuntamento con il Fall Classic per lui non è un’ossessione: “Non è la World Series ciò che mi motiva ad andare avanti, sono le vittorie”.

I suoi Astros ci arrivano nel migliore dei modi: con un record di 7 vinte e 0 perse, come i Colorado Rockies del 2007. Soltanto i Kansas City Royals del 2014 hanno fatto di meglio: 8 vittorie senza sconfitte. Nessuna squadra ha chiuso la sua postseason facendo en-plein di partite e gli stessi dati relativi a Rockies e Royals non permettono di far sognare: le due squadre, infatti, non hanno portato a casa il titolo. Inoltre, i Royals del 2014 vennero sconfitti proprio da una squadra uscita dalla wild card, i San Francisco Giants, proprio come i Philadelphia Phillies quest’anno.

Sulla carta i Phillies sono meno forti rispetto agli Astros. Addirittura, non avrebbero neanche dovuto essere qui a questo punto della stagione. Delle dodici squadre qualificate per la postseason, i Phillies sono stati gli ultimi a riuscirci e quelli con il minor numero di vittorie (87 su 162). Avevano iniziato la stagione con un altro manager, Joe Girardi, e poche settimane dopo l’inizio della regular season hanno perso per infortunio il giocatore più rappresentativo, Bryce Harper, quindi Jean Segura ed il lanciatore Zack Wheeler. Dopo le prime cinquanta partite di campionato i Phillies erano otto partite sotto quota .500, reduci da cinque sconfitte consecutive e con 12.5 vittorie da recuperare rispetto ai New York Mets primi nella division. Alla fine del giorno successivo i Phillies hanno messo alla porta Joe Girardi per assumere Rob Thomson. Dopo aver ereditato una clubhouse sfiduciata, la prima cosa che ha cercato di fare è stato quella di riportare il gruppo a credere nelle proprie capacità. E la squadra ha risposto subito regalandogli otto vittorie nelle prime otto partite, tornando ad avere un record positivo per la prima volta dopo due mesi. Con lui come manager Philadelphia ha vinto 65 partite su 111, conquistando l’accesso alla Wild Card Series nelle ultime giornate di campionato. Dopodiché è stato un crescendo: sei punti nel nono inning di gara uno della serie di Wild Card disputata a St. Louis contro i Cardinals hanno permesso ai Phillies di conquistare gara uno. Le battute di Nick Castellanos, Rhys Hoskins, Kyle Schwarber e Bryce Harper hanno affondato i campioni in carica dei Braves e lo stesso gruppo di giocatori, con un Zack Wheeler e Jean Segura in più, è stato determinante nel fermare i San Diego Padres in cinque partite. I Phillies sono stati considerati sempre come la squadra più debole del lotto delle dodici pretendenti all’anello, eppure hanno vinto nove delle undici partite di play-off fin qui disputate. “Diamo loro qualcosa di cui ricordarsi” ha detto Bryce Harper all’hitting coach Kevin Long prima di entrare nell’“on-deck circle” nella parte bassa dell’ottavo inning di gara cinque della National League Championship Series contro i San Diego Padres, con i californiani avanti di un punto. Harper ha mantenuto il proposito recapitando una fastball esterna, tirata su conto 2-2, oltre l’esterno sinistro per i punti del 4-3 che fanno impazzire Citizens Bank Park e significano primo pennant in tredici anni. Se è vero che Wheeler, Aaron Nola, Ranger Suarez ed i giocatori di posizione Schwarber, Castellanos, Hoskins (solo fuoricampo le sue quattro valide nella serie contro i Padres) e Segura sono stati importanti nella postseason dei Phillies, Bryce Harper, firmato soltanto quattro anni fa con un contratto da 330 milioni di dollari, è stato determinante in questi play-off battendo .419 (18-43) su 46 apparizioni al piatto con 5 fuoricampo, 6 doppi, 11 punti battuti a casa ed una OPS (media arrivi in base più media “bombardieri”) di 1.351.

Gli Astros arrivano a giocarsi la World Series per la quarta volta negli ultimi sei anni e quest’anno lo fanno forti di 106 vittorie in stagione regolare. È semplicemente la squadra più forte e completa in MLB. Justin Verlander, Framber Valdez, Cristian Javier e Lance McCullers sono i punti fermi della rotazione e potrebbero essere considerati i numero uno o due di tanti altri pitching staff. Lo stesso si può dire del bullpen del quale Rafael Montero vanta i gradi del closer, ruolo che potrebbe benissimo venire interpretato da rilevi come Ryan Pressly, Ryne Stanek o Bryan Abreu, che precedono l’utilizzo del closer. La presenza nel bullpen anche di Luis Garcia rappresenta inoltre una garanzia in più nel caso in cui la gestione della partita si faccia complicata: è esattamente quanto successo in gara due della American League Division Series a Seattle, contro i Mariners, vinta per 1-0 al diciottesimo inning grazie anche e soprattutto all’apporto fornito da Garcia, ultimo superstite del bullpen e capace di caricarsi sul braccio le ultime cinque riprese della partita, lanciate concedendo all’attacco avversario appena due valide e nient’altro. Ma più del monte di lancio, più di un lineup restio a finire strikeout e capace di mettere la palla in gioco con una frequenza impressionante, il vero punto di forza è della squadra di Dusty Baker è il gruppo. Se Altuve, Alvarez e Kyle Tucker sono spariti dai radar nella ALCS, a spingere l’attacco salgono in cattedra altri giocatori come il giovane Chas McCormick ed il trentottenne Yuli Gurriel, reduce da un 2022 difficile ed a caccia di un contratto per il 2023. “Se sei in questo spogliatoio, e se stai indossando questa uniforme, sei uno di noi. Non importa se sei qui da un giorno o da diciassette anni”, ha affermato Lance McCullers, uno dei cinque superstiti (gli altri sono Altuve, Bregman, Gurriel e Verlander) di quegli Astros del 2017, l’anno dell’ultima World Series vinta dalla squadra texana e l’anno dello scandalo dei segnali rubati che ha travolto la franchigia.

A 39 anni Justin Verlander si affaccia alla sua quinta World Series, che mai è stata tenera con lui, ed alla ventiduesima serie di play-off. Dopo aver lanciato appena sei riprese nel 2020, ha assistito dalla sua poltrona alla World Series 2021 persa contro i Braves. Nelle quattro edizioni da lui lanciate (2006, 2012, 2017 e 2019) ha chiuso con un record di 0-6. Meglio è andato nelle Division Series (8-1) e Championship Series (7-4). In totale ha partecipato ai play-off in nove stagioni e per 33 partite, delle quali 32 partenze. Vanta un record di 15 vittorie ed 11 sconfitte con una media PGL di 3.55, 219 strikeout su 799 battitori affrontati e 197.2 riprese lanciate, due partite complete ed uno shutout. “Voglio continuare a lanciare fino a che mi strapperanno la maglietta di dosso”, ha commentato recentemente. Quest’anno, dopo aver guadagnato già quasi trecento milioni di dollari in carriera, è tornato per chiudere un discorso lasciato aperto da quell’unica partenza lanciata nel 2020. Molto probabilmente tra meno di un mese verrà premiato come miglior lanciatore della American League. In stagione regolare quest’anno ha chiuso con un record di 18-4, una PGL di 1.75, una WHIP di 0.829 ed una media valide subite a partita di 6, oltre a 185 strikeout su 175 riprese lanciate. Le 18 vittorie e la media valide subite rappresentano un record stagionale in American League, la media PGL e la WHIP un record stagionale in MLB. Dopo aver vinto il premio di rookie dell’anno 2006, Verlander ha messo in bacheca un titolo MVP nel 2011 oltre a due Cy Young Award e sei top-3 Cy Young Award. È stato nove volte All-Star ed ha lanciato tre no-hitter in carriera. Inoltre, ha ottenuto 244 vittorie e registrato 3198 strikeout, attualmente di queste due statistiche è il leader tra i lanciatori ancora in attività.

La 118ª World Series prenderà il via nella notte italiana tra venerdì e sabato 29 ottobre e garantirà emozioni intense. I Phillies non vincono dal 2008, gli Astros vogliono evitare di diventare la seconda squadra dell’ultimo trentennio a perdere per la seconda volta consecutiva. L’ultima squadra a raggiungere questa infelice impresa è stata un’altra squadra texana: quella dei Texas Rangers, battuti dai San Francisco Giants nel 2010 e dai St. Louis Cardinals nel 2011. Sarà Verlander contro Aaron Nola ad accendere gara uno, Bryce Harper punterà a mantenere la streak di battute valide mentre José Altuve (0-23) cercherà in ogni modo di allontanare lo slump. Nei dugout è caccia alla storia: Dusty Baker cerca la ciliegina da apporre su una torta da Hall of Fame, Rob Thomson invece punta alla vittoria delle vittorie. Soltanto due manager sono stati in grado di vincere le World Series subentrando a stagione in corso: parliamo di Bob Lemon (nel 1978 con i New York Yankees) e di Jack McKeon (nel 2003 con gli allora Florida Marlins). Sarà lui il terzo?

STATISTICHE

CLASSIFICHE

In Italia le partite della World Series 2022 sono trasmesse in diretta TV sui canali di Sky Sport. Di seguito gli appuntamenti:

Sabato 29 ottobre ore 1.30 (primo lancio ore 2.03) G1 Philadelphia Phillies @ Houston Astros in diretta su Sky Sport Uno (canale 201) e su Sky Sport Action (canale 206) con commento in italiano (Nicolodi-Gallerani);

Domenica 30 ottobre ore 00.30 (primo lancio ore 1.03) G2 Philadelphia Phillies @ Houston Astros in diretta su Sky Sport Uno (canale 201) e su Sky Sport Action (canale 206) con commento in italiano (Freri-Gotta);

Martedì 1° novembre ore 1 (primo lancio ore 1.03) G3 Houston Astros @ Philaldephia Phillies in diretta su Sky Sport Uno (canale 201) e su Sky Sport Action (canale 206) con commento in italiano (Nicolodi-Freri);

Mercoledì 2 novembre ore 1 (primo lancio ore 1.03) G4 Houston Astros @ Philadelphia Phillies in diretta su Sky Sport Uno (canale 201) e su Sky Sport Action (canale 206) con commento in italiano (Freri-Gallerani);

*Giovedì 3 novembre ore 1 (primo lancio ore 1.03) G5 Houston Astros @ Philadelphia Phillies in diretta su Sky Sport Uno (canale 201) e su Sky Sport Action (canale 206) con commento in italiano (Freri-Nicolodi);

*Sabato 5 novembre ore 1 (primo lancio ore 1.03) G6 Philadelphia Phillies @ Houston Astros in diretta su Sky Sport Uno (canale 201) e su Sky Sport Action (canale 206) con commento in italiano (Freri-Gallerani);

*Domenica 6 novembre ore 1 (primo lancio ore 1.03) G7 Philadelphia Phillies @ Houston Astros in diretta su Sky Sport Uno (canale 201) e su Sky Sport Action (canale 206) con commento in italiano (Nicolodi-Freri).

* = se necessaria

Luca Giangrande

Foto: Bryce Harper (Philadelphia Phillies) immortalato pochi momenti dopo aver battuto il fuoricampo da punti del 4-3 nell'ottavo inning di gara 5 della NLCS tra Philadelphia Phillies e San Diego Padres. Credit: MLB