Dritta, curva, slider: come leggerli.
05/06/2020 3 Minuti di lettura

Dritta, curva, slider: come leggerli.

I mesi di aprile e maggio sono stati molto intensi per tutto il gruppo degli arbitri italiani, sia di baseball che di softball

I mesi di aprile e maggio sono stati molto intensi per tutto il gruppo degli arbitri italiani, sia di baseball che di softball. Numerosi sono stati gli interventi preparati dai singoli membri di ogni lista e categoria, con la possibilità poi di una discussione sui singoli passaggi di regolamento. Tutto questo si è concluso proprio con la fine del lockdown, con il ritorno in campo di alcune squadre per la ripresa degli allenamenti e con il delinearsi di una data di inizio dei campionati, fissata indicativamente per la metà del mese di luglio.

Nonostante ciò, ieri sera gli arbitri di baseball hanno avuto un appuntamento speciale, una lezione non solo tecnica, ma di Baseball a tutto tondo. Come raccontato in precedenza, anche le singole Delegazioni Regionali hanno avuto la possibilità di organizzare delle serate tematiche di discussione su temi legati al Regolamento e alla figura dell’arbitro nel gioco. Nello specifico, la DRA Lombardia ha creato un’occasione più unica che rara di confronto aperto e cordiale che mettesse in relazione la figura dell’arbitro e un personaggio che del baseball ha fatto non solo la sua più grande passione e il suo lavoro, ma la sua intera vita. E sappiamo tutti cosa possa significare lavorare e raggiungere dei risultati inseguendo una fortissima passione come quella sportiva. Stiamo parlando di Richard Macias, allenatore e pitching coach, nato a Santiago de Cuba nel 1966, che da quarant’anni lavora nel mondo del baseball cubano a vari livelli, e dal 1994 lavora per squadre italiane di alto livello – prima Bollate, poi Novara, poi selezionatore della rappresentativa Piemonte per il Torneo delle Regioni, e ora di nuovo a Bollate in qualità di manager. La serata, inizialmente pensata come una normale riunione tra qualche decina di arbitri, si è trasformata in un evento nazionale grazie alla scelta del Presidente e della Commissione Tecnica di estendere l’invito, facendo sì che l’affluenza fosse molto più ampia, superando le centinaia di unità. Segnale che eventi di confronto del genere possono davvero essere utili, sia per la classe arbitrale che per la controparte.

Tutto è partito con una telefonata, una richiesta di confronto su alcune tematiche prettamente tecniche. In realtà, come raccontato dallo stesso Macias, la telefonata è iniziata ricordando un aneddoto successo qualche anno fa, quando il tecnico cubano dirigeva la squadra del Porta Mortara: avvenne la sua espulsione, dopo trentotto anni di carriera, e lui ha ripetuto anche ieri sera le esatte parole di allora: “Tu hai fatto il tuo lavoro, io ho fatto il mio. È giusto così”.
Chiunque stava partecipando all’incontro di ieri sera ha potuto capire che non sarebbe stata una serata di tecnicismi, di cavilli di regolamento come lo erano state le lezioni dei mesi scorsi. Ciò che Richard Macias ha voluto raccontare ieri sera agli arbitri è quanto sia importante il punto di vista etico, il comportamento e il rispetto che non deve mai in uno sport incredibile come il Baseball. E solo chi ha macinato esperienza pluriennale ad alto livello, che ha fatto della sua passione il suo lavoro può davvero essere l’interlocutore migliore per discutere di questo.

“C’è una cosa che in tanti non hanno capito, e che non insegnano: un arbitro ha la sua zona di strike che preferisce chiamare con più insistenza, e lo stesso vale per il battitore, che personalmente è più portato a girare una palla bassa rispetto ad una più alta e viceversa, e lo stesso per il lanciatore, che può preferire il filo esterno a quello interno. L’unico modo perché questo gioco funzioni è che tutti abbiano il rispetto del ruolo di ogni persona. Serve rispetto, prima di essere bravi lanciatori, battitori e arbitri”.

Sono stati molti i temi tecnici affrontati: come gestire la tensione che può crearsi tra un lanciatore e un arbitro, come un arbitro può imparare a gestire la strategia di lancio e di gestione della partita; i discorsi però avevano sempre un minimo comune denominatore: “Un bravo arbitro è quello che oltre a conoscere la tecnica – regolamento e meccanica (ndr) – riesce a ragionare come lanciatore e come battitore, e successivamente anche come giocatore, ovviamente”. Quale migliore insegnamento, specie per gli arbitri magari meno esperti che hanno avuto la fortuna di partecipare ieri sera. E quale miglior insegnante, in questo caso, di uno che nella vita insegna ai lanciatori come fare al meglio il loro lavoro.