ChangeTheGame: un Codice Rosso per lo Sport

ChangeTheGame: un Codice Rosso per lo Sport
27/11/2020
La FIBS ha iniziato nello scorso quadriennio un rapporto ufficiale di partnership con AISLA, l’Associazione Italiana contro la Sclerosi Laterale Amiotrofica, che ha portato a diverse azioni concrete, sia online, sia in occasione degli eventi sportivi, prima collaborazione strutturata di responsabilità sociale

La FIBS ha iniziato nello scorso quadriennio un rapporto ufficiale di partnership con AISLA, l’Associazione Italiana contro la Sclerosi Laterale Amiotrofica, che ha portato a diverse azioni concrete, sia online, sia in occasione degli eventi sportivi, prima collaborazione strutturata di responsabilità sociale.

“È nostra ferma intenzione” spiega il Presidente Andrea Marcon “ampliare questo percorso, avviando rapporti che ci consentano di dare supporto ad associazioni di uomini e donne che si occupano di rendere migliore, sotto diversi aspetti, il mondo sportivo italiano e internazionale. Saremo ancora più presenti e in modo più organico al fianco delle realtà che si sono avvicinate e si avvicineranno a noi, concedendo patrocini che non saranno mai soltanto un riconoscimento formale, ma l’annuncio di un contributo vero, per quanto ci sarà possibile, a chi è impegnato sul campo per migliorare la vita degli altri.

Ci sono ferite difficili da rimarginare e che rimarranno indelebili anche sulla pelle del baseball e del softball italiani: questa Federazione non è disponibile a girare lo sguardo dall’altra parte e faremo sempre quanto nelle nostre possibilità per essere vicino a chi le subisce e per creare le condizioni affinché certi orrori non si ripetano.”

È proprio in questa ottica che è iniziato anche il rapporto con , associazione contro gli abusi nello sport fondata nel 2018 da Daniela Simonetti, giornalista sportiva dell’ANSA, e da Alessandra Marzari, presidente del Consorzio VeroVolley, per cambiare le regole, sostenere i minori colpiti da abusi e violenze, le loro famiglie e permettere alle Federazioni di espellere i colpevoli dal contesto sportivo.

Approfondiamo il discorso proprio con Daniela: “In due anni, grazie alle denunce spontanee pervenute, abbiamo seguito numerosi casi, arrivando con le nostre inchieste a ottenere la radiazione di due tecnici federali e la sospensione di un terzo.

‘Un Codice Rosso per lo Sport’ è il nome della campagna promotrice di una riforma per mettere donne e minori al centro dell’ordinamento sportivo, il nostro primo impegno.

Sembra incredibile che esistano cento commi che sanzionano lo sputo e neanche uno dedicato alla violenza e agli abusi sessuali sulle donne e i minori.

ChangeTheGame, insieme al gruppo di lavoro che comprende il Consorzio Vero Volley, FC Internazionale Milano, la Fondazione Candido Cannavò/Gazzetta della Sport, il di Paolo Giulini, ha individuato le falle nel sistema dell’ordinamento sportivo, che diluisce l’illecito legato alla violenza e agli abusi sessuali all’interno della violazione dei diritti di lealtà, probità e correttezza, senza che sia garantita un’adeguata sanzione disciplinare, una volta accertate le responsabilità. Basta pensare che la prescrizione è di soli quattro anni per tutti gli illeciti disciplinari, ma otto per chi altera i risultati di gara. ChangeTheGame si batte perché la prescrizione per gli illeciti legati alla violenza e agli abusi sessuali sia portata ad almeno dieci stagioni sportive. Alle vittime è perfino dolorosamente negata la partecipazione al procedimento sportivo, assimilate inopportunamente a una parte terza.

La Procura Generale del Coni, nella relazione 2019, censisce 86 casi dal 2015 al 2019, solo la punta dell’iceberg e ha dichiarato la pedofilia una priorità da affrontare insieme al matchfixing.”

L’Associazione si è anche dedicata alla diffusione del tema con il patrocinio e la vicinanza costante del Consiglio d’Europa, con il quale ha stipulato una partnership permanente disciplinata attraverso un protocollo firmato da entrambe le parti, al fianco di e della Lega Serie A: all’interno del Festival delle donne e delle bambine, in un incontro organizzato da ChangeTheGame, il Direttore del Settore giovanile dell’Inter Roberto Samaden ha presentato il primo progetto antipedofilia nel calcio.

“Nel corso di questi primi due anni” racconta Daniela Simonetti “abbiamo pubblicato il primo manuale antiabusi ChangeTheGame, Educare alla consapevolezza contro gli abusi sessuali nello Sport, abbiamo partecipato insieme al CIPM a un bando governativo, dato vita a un ciclo di cinque incontri contro abusi e violenze insieme alla Fondazione Candido Cannavo’/Gazzetta dello Sport.

Il 24 ottobre scorso, al primo di questi incontri, ha partecipato anche il Presidente della FIBS Andrea Marcon per esporre i progressi nelle politiche di prevenzione portate avanti dalla vostra Federazione, inclusa la richiesta dei certificati penali e dei carichi pendenti ai propri coach, una battaglia fondamentale dell’Associazione. Durante lo stesso incontro, la FIGC ha presentato le policy per i minori in attuazione dell’orientamento UEFA.”

ChangeTheGame ha elaborato un codice deontologico in linea con quelli europei e individuato le cause di esclusione dalla professione di tecnico e coach. Insieme al VeroVolley e alla FASI svolge corsi per la formazione dei tecnici sul tema degli abusi sui minori: fra i relatori Paola Pendino, magistrato del Tribunale di Milano.

Il 16 dicembre prossimo, con la partecipazione del Consiglio d’Europa e della Harvard University, sarà presentata la proposta di riforma dell’ordinamento sportivo in chiave di riequilibrio in favore delle donne e dei bambini che fanno parte del mondo sportivo, “che anzi” sottolinea Simonetti “ne sono protagonisti anche se a volte dimenticati. Sono stati due anni di lavoro intenso, partecipato e sentito: tra i nostri testimonial Sarah Abitbol, sette volte campionessa europea di pattinaggio artistico su ghiaccio che, con la sua denuncia, ha cambiato il mondo sportivo francese, Anne Kursinski, showjumper, cinque partecipazioni alle Olimpiadi, due medaglie d’argento, che ha ottenuto la radiazione del suo coach e aguzzino 24 anni post mortem, Khalida Popal, coraggiosa calciatrice che è riuscita a permettere alla FIFA di radiare il presidente della Federazione afgana per violenze e abusi all’interno della nazionale di calcio femminile.

Nonostante l’impegno, la partecipazione, la passione, siamo all’inizio di una battaglia che sarà decisiva per lo sport italiano come per lo sport di tutto il mondo: proteggere le donne e i bambini per rimettere al centro il ruolo educativo e di crescita che lo sport ha e deve avere. Porteremo la nostra esperienza e il nostro impegno, all’inizio solitario, al tavolo di governo istituito dal Dipartimento dello Sport della Presidenza del Consiglio, da noi auspicato già un anno fa in un colloquio con il dottor Giuseppe Pierro, capo del Dipartimento per lo Sport. Un passo importante nella direzione giusta.”

Marco Landi